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A Sciambere della cacarella diplomatica

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 03 dicembre 2010

E’ interessante questa cacarella che è presa alle diplomazie di mezzo mondo, primo fra tutti il nostro ministro Frattini che, come d’abitudine, scambia fischi per fiaschi e nel caso specifico Assange per Bin Laden solo perché, con la pubblicazione delle informative dell’ambasciata americana in Roma, viene avallato quello che, ohibò, molte malelingue sostengono da tempo, vale a dire che il padrone del consiglio è rimbambito, inefficiente, inattendibile e puttaniere (in sostanza, come si dice, sempre a Roma, ‘na sola). Non solo, ma che è passato dalla frequentazione con i mafiosi nostrani (questo lo dice la magistratura italiana- mediatore Dell’Utri) all’apparentamento con i mafiosi planetari (la Russia, sempre secondo diplomatici statunitensi, è definita stato virtualmente mafioso) diventandone addirittura il portavoce. C’è da non crederci, a dir la verità i mafiosi planetari li facevo più svegli. Il mitile ignoto Stimato mitile Ci ha riportato alla mente la "Legge di Capovoto" che così parlò: "Se voi fa diventa' un tonto furbo, dalli i quadrini" che tradurremo: "Se vuoi che agli occhi della comunità una persona poco perspicace appaia arguta e degna di considerazione, basta che tu la riempia di denaro". Come dire che il giudizio che si dà del prossimo è spesso assai più della lirica "donna" "... mobile qual piuma al vento, muta d'accento e di pensier" ed è fortemente influenzata dal ceto e dal censo del giudicato. Ad esempio se si venisse a conoscenza del fatto che un settantacinquenne pensionato ferajese organizza, nella sua sordida dimora nei suburbi di Cosmopoli agli Altesi o alla Bricchetteria, delle "particolari merende" con vasta partecipazione di discinte anche minorenni pollastre, l'intemperante senescente verrebbe liquidato come un "vecchio maiale" (fatti salvi eventuali auspicabili provvedimenti di polizia), se un suo coetaneo più abbiente organizzasse in giacca blu dei party su un mega-yacht ormeggiato in Darsena, con tanto di esibizionistiche esposizioni di mega-budelli a poppa, verrebbe ammirato "per la sua generosa vitalità". Così è: basta dare soldi e potere ad un matto da legare per farlo diventare "estroso", e se è arrogante, vanesio, ignorante, brutale diventerà "sicuro di sé, conscio delle sue doti, naïf, brusco (con la ovvia aggiunta "ma con un cuor d'oro")". A tutto ciò si aggiunga che "Il Presepe - come diceva Uberto - si fa coi pastori che ci si hanno". Come dire che pure lo Zar Putin va capito: a chi poteva far recitare il ruolo di compagno di merende in dacia? Quale altro paese occidentale e democratico avrebbe consentito al suo premier frequenti gitarelle (una volta si sarebbe detto oltrecortina) ed infiniti colloqui internazionali senza riferire un cazzo al suo paese, al suo parlamento, al suo governo, al suo ministro degli esteri? Quale altro paese consentirebbe a chi lo rappresenta di fare da simpatico barzellettante zerbino a dei dittatori come il medesimo Putin, Gheddafi, Lukashenko e Nazarbayev?


Lukashenko

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