Nell’ultima seduta, il Consiglio Comunale di Portoferraio ha approvato all’unanimità un Ordine del giorno a sostegno della Popolazione saharawi nei territori occupati del Sahara Occidentale a seguito delle azioni di violenza e oppressione perpetrate dal regno del Marocco nella zona di El Aaiun. L’ordine del giorno è stato presentato da tutti i capigruppo (Zini, Marini, Provenzali e Gasparri). Di seguito il testo approvato. IL CONSIGLIO COMUNALE DI PORTOFERRAIO Ricordato: - Che il Sahara Occidentale, ex colonia spagnola, fu invaso ed occupato dal Marocco nel 1975 con la cosiddetta “marcia verde”; - che parte della popolazione fu costretta a fuggire verso l’Algeria dove vive, da allora, in campi di rifugiati e che un’altra parte della popolazione invece fu costretta a rimare nel Sahara Occidentale subendo l’occupazione del Regno del Marocco; - che il Comune di Portoferraio è legato da un patto di amicizia con i Saharawi; Preso atto: che si è sviluppata un'intensa attività di repressione e la violazione dei diritti umani a danno della popolazione saharawi nei territori occupati del Sahara Occidentale da parte dell'esercito marocchino, come risulta dalle numerose relazioni di Amnesty International e dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite; Appreso: - che a 12 chilometri da El Aaiun, capitale amministrativa del Sahara Occidentale occupato dal Marocco, il 10 ottobre scorso si sono accampati alcuni cittadini saharawi, soprattutto giovani, in modo spontaneo per protestare contro le violazioni dei diritti umani perpetrati dai marocchini nelle zone occupate del Sahara Occidentale; - che il campo saharawi è cresciuto a dismisura fino a contenere 8.000 tende che hanno accolto i circa 20.000 saharawi provenienti da El Aaiun ma anche da molte zone del Sahara Occidentale, che si sono aggiunti ai primi contestatori per rivendicare il rispetto dei più elementari diritti umani e per protestare contro la condizione in cui essi sono tenuti dagli occupanti marocchini, senza diritti e senza libertà. Giovani, donne, bambini ed anziani che rivendicano il diritto all’esistenza del loro popolo e alla loro terra: il diritto all’autodeterminazione - che il campo è stato circondato ed assediato dai marocchini per impedire l’accesso e l’uscita; Vista la brutale reazione marocchina che, alla protesta dei saharawi ha risposto con la violenza, uccidendo, il 24 ottobre scorso, un ragazzo saharawi di 14 anni mentre si apprestava, insieme ad altri saharawi ad entrare nel campo con un automezzo e ferendo altri passeggeri che viaggiavano sulla stessa auto; Visto inoltre che all’alba dell’8 novembre l'esercito marocchino ha proceduto allo sgombero forzato dell’accampamento (denominato Gdeim Izik) ed alla sua distruzione con una violenza inaudita provocando la morte di almeno altri 13 cittadini saharawi ed il ferimento di decine di persone; Preso atto inoltre che, nella notte l’esercito era intervenuto nella città di El Aaiun dove si stavano radunando centinaia di saharawi per raggiungere l’accampamento sotto assedio fermando diversi militanti dei diritti umani e distruggendo le loro case. Che le proteste sono continuate nella mattina, con numerosi feriti e l’assassinio di un saharawi, Babi Mahmoud Gargar; CONDANNA con fermezza la repressione perpetrata dal Regno del Marocco nei confronti dei dimostranti saharawi e gli atti di violenza che hanno portato alla morte di cittadini saharawi; ESPRIME preoccupazione per la sorte dei cittadini saharawi che si trovano nei territori del Sahara Occidentale occupati dal Regno del Marocco; INVIA alla Rappresentanza in Italia della RASD i sentimenti della propria solidarietà, amicizia e vicinanza alle vittime e alle loro famiglie; CHIEDE 1. alla Missione Speciale delle Nazioni Unite per il Sahara Occidentale (MINURSO), all’Alto Rappresentante per la politica estera e la difesa dell’Unione Europea, al Governo Italiano di farsi promotori verso il Regno del Marocco manifestando loro la protesta e lo sdegno popolare affinché sia esigito il rispetto dei diritti umani nei confronti dei cittadini saharawi dei territori occupati; 2. alle autorità di cui sopra di fare tutto il possibile per accelerare la soluzione della causa saharawi secondo quanto previsto dal Piano di Pace delle Nazioni Unite del 1991 e mai attuato e di intervenire al fine di garantire la costanza dell’informazione e del monitoraggio sul rispetto dei diritti umani, nonché il sostegno e il rispetto delle risoluzioni ONU per il Sahara Occidentale.
Saharawi bimba