Torna indietro

Meneghin: L'Autonomia idrica elbana non la si cerchi "per singolo comune"

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 30 novembre 2010

Vorrei commentare la nota “Bosi punta all'autarchia idrica piaggese” apparsa su Elbareport il 29.11.2010. L’ impressione che se ne ricava è di un grande malessere, di una totale sfiducia che pervade l’on. Bosi nei riguardi di un servizio come quello svolto da una azienda di primaria importanza come l’ASA nel comune dallo stesso onorevole amministrato. Infatti ciò a cui un buon amministratore dovrebbe tendere, e non ho motivo per dubitare che il sunnominato Sindaco non lo sia, dovrebbe essere esattamente il contrario di quanto sopra. Basta esaminare ciò che accade ovunque in Italia ed all’estero dove si tende universalmente non già a separare ma invece a realizzare l’interconnessione il più ampia possibile tra acquedotti e tra sistemi acquedottistici piccoli e grandi vicini e lontani al fine di consentire interscambi di portata idrica non solo in caso di disservizi improvvisi ma soprattutto in regime normale di esercizio. Fatta questa amara constatazione vorrei, nel mio piccolo, rassicurare i lettori di Elbareport sulle ottime capacità e preparazione dell’Ente che cura l’approvvigionamento idrico elbano e semmai auspicare per l’intera Isola d’Elba non già l’autarchia di un singolo comune o di una singola zona quanto l’autosufficienza idrica dell’intera Isola d’Elba fermo restando un suo efficace collegamento idrico con il continente che consenta di effettuare comunque degli interscambi di portata nei due sensi.. Per quanto riguarda l’autosufficienza idrica è dimostrato che all’Elba sussistono tutte le condizioni per poterla realizzare in quanto le acque che annualmente vi precipitano sono più che sufficienti per coprire il fabbisogno. Ciò che necessita sono degli impianti acquedottistici atti ad un razionale utilizzo di ciò che piove dal cielo. In questo senso si sta movendo l’ASA mediante la prevista creazione di tanti piccoli bacini (n. 24 per la precisione) atti ad evitare lo scarico a mare degli enormi volumi idrici che attualmente ha sistematicamente luogo all’Elba. Devo dire che, nel mentre personalmente ho potuto apprezzare le ottime qualità tecniche dell’ASA nei vari campi della gestione acquedottistica, mi trovo in disaccordo con la stessa Società sulle modalità di accumulo in quanto si fa affidamento su ben 24 laghetti sparsi un po’ dovunque nel territorio elbano e sulla cui funzionalità mi permetto di nutrire seri dubbi. A mio modesto avviso ben diversi sarebbero i risultati qualora, ferme restando tutte le progettazioni già fatte dall’ASA ivi compresa la prevista realizzazione in Isola di un volume totale di invaso di circa tre milioni di mc, l’Ente suddetto unificasse l’opera di accumulo d’acqua in un numero molto più piccolo di invasi ed infine se, accogliendo le proposte da me fatte direttamente ai tecnici e alla direzione ASA, tali volumi fossero ricavati nel sottosuolo. Chi volesse documentarsi sia sul mio progetto per l’Elba sia sulla mia reale, buona o cattiva competenza in campo acquedottistico può farlo nella sezione “Acquedotti” del mio sito http://altratecnica.it


Poggio fosso della nevera

Poggio fosso della nevera