Nell'ampio petto del ministro Sandro Treme-Bondi, sotto quel molliccio e bianchiccio insieme, che ricorda un gigantesco budino alla vaniglia, deve battere un generosissimo cuore. Infatti il lirico quanto gelatinoso ex-sindaco comunista di Fivizzano perdutamente innamorato di Silvio Berlusconi, si è segnalato ultimamente e ripetutamente per la soluzione di quelli che giustamente ha definito "casi umani": così ha assunto un povero studente che non riesciva a laurearsi in architettura presso il suo ministero, e ad un più maturo bisognoso ha affidato un'utilissima consulenza sulla moda per 25.000 euro, senza badare neppure alle critiche (invidiose) dei soliti detrattori, che pur di sparlare del morbidone nostro, si attaccavano al fatto che casualmente il primo era il figlio della sua nuova compagna di vita (parlamentare anch'essa e proveniente da una facoltosissima famiglia di immobiliaristi) e l'altro ex-marito della medesima.. due poveracci insomma. Per smentire le dicerie di nepotismo (o figliastrismo?) e dimostrando che la sua generosità era rivolta al mondo, il sofficione ha ben pensato - secondo le ultime di stampa - non solo di assegnare un premio ad una attrice bulgara (e fin qui niente di eccezionale) ma di invitarla in Italia con gli amici più stretti: 40 (leggasi quaranta) bulgari, a ritirare il premio medesimo e come recita Repubblica " ...tra voli privati, cene al ristorate Cipriani, pernottamento in hotel pluristellato, trasferimenti e spese varie, il tour veneziano della compagnia partita da Sofia sarebbe costato non meno di 400mila euro" (10.000 a chiorba, minchia!) Ma ad un poeta si deve perdonare tutto, il poeta deve volare alto lo diceva il Carducci ".. il poeta/ volgo sciocco/ un pitocco/ non è già .." perché fare questioni di vile pecunia con lui, perchè pretendere che si occupi dei crolli di Pompei, dei giacimenti culturali che se ne stanno andando a puttane; lui il nobile animo esercita scrivendo immortali odi e beneficiando chi alla sua soave persona s'accosta e come un usignolo (culone) s'invola, si libra e ci bea del canto suo, sicché noi tutti ne siamo beati (o beoti?).
Sandro bondi