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P.D. di Portoferraio: quei piagnoni del centrodestra elbano

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 20 novembre 2010

Nei giorni scorsi la Giunta Regionale Toscana, guidata dal Presidente Rossi, si è trattenuta all’Elba per confrontarsi con gli elbani, le istituzioni in primo luogo, ma anche con le Associazioni di Categoria, con i rappresentanti dei lavoratori, con gli operatori di vari settori dell’organizzazione pubblica. E’ stato un evento inconsueto, il primo di questo tipo nella storia dei rapporti istituzionali tra l’Elba e il Governo regionale. Rossi e i suoi assessori non sono venuti per celebrarsi, ma per ascoltare e capire, compito questo ben più pesante e laborioso. Hanno ascoltato le preoccupazioni, le difficoltà, le attese, le proposte delle organizzazioni economiche e imprenditoriali racchiuse in un documento unitario, e quelle dei rappresentanti dei lavoratori, anch’esse contenute in un documento comune. I Sindaci elbani hanno parlato in ordine sparso, come piace al centrodestra (qualcuno dei loro, Bosi e Papi, nemmeno erano presenti: avevano cose più importanti da fare). Rossi ha ascoltato e compreso la voglia degli Elbani, espressa in vari modi, di uscire dalla morsa di una crisi che appare ormai stagnante, di sottrarsi a un decadimento che minaccia di essere progressivo se non verrà presto contrastato da una rinnovata ed unitaria iniziativa politica e programmatica. D’altra parte, nel proclamato e condivisibile sforzo di estendere il prestigio ineguagliabile del “marchio” della Toscana interna (quella delle città d’arte, della grande cultura medioevale e rinascimentale, degli impareggiabili paesaggi) anche alla Toscana costiera e marittima, i governanti regionali sono ben consapevoli che l’Elba e l’Arcipelago Toscano rappresentano un elemento di primissima importanza per il raggiungimento dell’obiettivo. Rossi ha quindi promesso di voler aiutare l’Elba e si è impegnato anche a trovare gli incentivi economici necessari. Ci ha solo chiesto di fare anche noi la nostra parte. Di predisporre scelte, richieste, progetti che siano espressione di tutta la comunità elbana. E di dotarsi, per fare questo, come avviene in tutta la Toscana, dei necessari strumenti istituzionali che consentano il confronto, l’elaborazione comune e la sintesi unitaria delle proposte, nelle forme di un’Unione che comprenda tutti i comuni, oppure in quelle, ben più innovative, del Comune Unico. Non era stato il solo ad affermare questa esigenza: la avevano già sostenuta, nei loro documenti, le forze produttive dell’Elba, i Sindacati dei lavoratori e tra gli Amministratori, il Sindaco di Portoferraio e il Sindaco di Rio Elba. A questo punto il centrodestra è stato preso dal panico. Ha cominciato nervosamente a parlare di ricatti, di imposizioni, di colonialismo (!). Ha rispolverato i ben noti ingredienti del vittimismo piagnone e inconcludente: le “ libere patrie” elbane assediate dall’invasore fiorentino, la “fierezza” degli elbani vilipesa e calpestata. Insomma uno spettacolo ridicolo e umiliante. Tuttavia pericoloso, perché rischia di sperperare anche quest’ultima opportunità. A questo punto è inevitabile porsi una domanda: per quale ragione le forze del centrodestra vanno su tutte le furie ogni volta che si parla di politiche unitarie, di interessi collettivi di tutta l’Elba e di strumenti istituzionali che consentano e promuovano queste politiche, che riducano la frammentarietà, che progettino in uno spirito sovracomunale nell’interesse di tutto il territorio? Il Partito Democratico condivide la prospettiva, anche graduale, del Comune Unico e non certo per interessi di bottega. Tutti sanno che, negli attuali rapporti di forza, il Comune Unico sarebbe governato dal centrodestra con la perdita, da parte del PD e dei suoi alleati, dei Comuni di Portoferraio e di Rio Elba. Noi ci battiamo per gli interessi generali dell’Elba, cercando di guardare più in là del nostro naso e dei nostri interessi particolari. Di contro il centrodestra si presenta, almeno all’Elba, non come un partito o un aggregato politico con identità di programmi, interessi, prospettive. Qui il centrodestra assomiglia a un’antica struttura feudale, legata da una ostentata fedeltà all’imperatore Silvio, lontano a Roma, ma divisa in Signorie comunali, ciascuna con il suo principe, la sua corte, i suoi cortigiani. Questi signori locali per nessuna cosa al mondo rinuncerebbero al loro feudo in nome di un superiore interesse del territorio e delle genti amministrate. L’idea che un altro principe possa un giorno governare a nome di tutti anche sulla propria terra, li terrorizza, li inquieta, li stravolge. Soprattutto ora che anche l’amato imperatore Silvio vive le angosce del tramonto e della caduta. Temiamo purtroppo che con questa classe politica sia duro e difficile costruire qualcosa di serio. Ma non ci arrendiamo, continueremo a cercare il dialogo e il confronto nell’attesa che almeno la parte migliore del centrodestra capisca che è venuto il momento di cambiare pagina.


LOGO PD ELBA

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