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A Sciambere dell'esproprio culinario

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 16 novembre 2010

Abbiamo già scritto in altra occasione che c'era una maniera infallibile per far incazzare Gabriele Capelli, indimenticato capo-redattore delle pagine toscane dell'Unità: alla sua bocciatura di una proposta di argomento da trattare bastava replicare: "ma ce l'ha anche il TG3!" a quel punto Gabriele s'imbestialiva proprio, lanciando turpi offese al proponente e giungendo a dire che lui non andava a rimorchio della peggiore redazione dell'Europa Occidentale. In effetti ai suoi albori il TGR tosco, eccezion fatta per qualche bravo giornalista era dichiaratamente fiorentinocentrico e quanto a respiro territoriale somigliava ad una specie Tele-Ponte a Niccheri, un notiziario dal quale era per esempio difficile evincere che la terra argomento delle cronache, la Toscana, fosse anche (un pochino) lambita dal mare. Sono dovuti passare decenni prima di sentire formulare al TG3 previsioni meteomarine (per anni poi letti da una voce che pronunciava èlba con la è aperta alla milanese) e ancora l'arcipelago non è (mare a vento a parte) zona climatica degna di menzione, ma ora va decisamente meglio (almeno fino a Piombino che tempo farà lo sappiamo!). Scherzi a parte, e a parte la frequente conduzione di uno con una insopportabile "lisca" palatale, il TG3 di oggi è proprio un altro paio di maniche, rispetto agli anni eroici, ma ogni tanto qualche "caduta" continuiamo a registrarla. Non possiamo - per esempio - passare sopra ad un vero e proprio "esproprio culinario" di cui abbiamo avuto contezza quando qualche giorno fa abbiamo visto e sentito una sposotta del contado fiorentino spiegare la "zuppa lombarda" al TG3. Corretti i poveri ingredienti di base elencati: pane secco strusciato con aglio fagioli cannellini secchi fatti rinvenire e lessati acqua sale e olio (se ce n'era): fantasiosa la ricostruzione proposta circa la nascita della ricetta: secondo la sposa il piatto era così chiamato perché " ... i fiorentini lo preparavano per i lombardi che lavoravano per la costruzione della ferrovia faentina ..." Cominciamo col chiarire che i fiorentini, come gli elbani (che ne hanno fatto una bandiera gastronomica) quella zuppa non la hanno "creata" ma solo copiata dai medesimi "lombardi", e che "lombardi" venivano chiamati tutti i lavoratori (in genere stagionali) che venivano da oltre l'appennino e che in realtà erano del tutto culturalmente e linguisticamente emiliani. Continuiamo con lo specificare che l'Elba era una delle mete preferite dei "lombardi" in temporanea migrazione (che poi con la realizzazione degli altiforni tese a diventare stanziale se un ferajese su cinque, compreso chi scrive, ha origini "lombarde" cioè emiliane) e che tra i lavori stagionali o una tantum c'erano le allora sterminate vigne elbane da zappare o impiantare (con il "colto" trincee di 1m x 1m). Seguitiamo col dichiarare di aver appreso che quel povero ma energetico cibo era la base dell'alimentazione dei "lombardi" ospitati dall'Isola per compiere qui "bestiali" lavori. Notiamo poi che questo "pendolare" tra l'appennino e l'Isola era contemporaneo se non precedente alla realizzazione della "faentina" (terminata nel 1893). A questo punto il fiorentinismo della "zuppa lombarda" è totalmente confutato, che ci azzecca la ferrovia faentina? Si tengano pure la gloria della ribollita ma lascino la zuppa lombarda agli emiliani ed ai loro discendenti.


fagioli bianchi cannellini

fagioli bianchi cannellini