Egregi Sindaci dell’Isola d’Elba, La crisi di sistema che sta affondando l’Elba, vi ha fatto riunire responsabilmente alla ricerca di assetti istituzionali nuovi, capaci di contrastarla. Occorre ora un “colpo d’ala”, una proposta che abbia a cuore i soli interessi della comunità elbana. Perché i soli elbani vi hanno eletti. La “questione elbana” è divenuta di interesse nazionale. Il settimanale economico “Il Mondo” in edicola, per farla comprendere ai suoi lettori – la classe dirigente del Paese: imprenditori, manager, professionisti e politici - ha pubblicato un articolo a firma Andrea Ducci, piuttosto ironico: “ Un solo Comune (o la Provincia)? Isola d’Elba tra guelfi e ghibellini”. Per fare il punto ne riproduco alcuni passi con spirito di “par condicio”. “Su otto sindaci solo tre, tra cui Portoferraio, il più grande dell’isola, sono per il Comune unico…” mentre gli altri cinque sostengono l’inutilità dell’Ente - scrive il Ducci - perché i Comuni verrebbero sostituiti dalle Municipalità con eguali costi amministrativi e dunque si tratterebbe di “cambiare tutto, insomma, per non cambiare niente” chiosa citando la celebre frase de “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa. L’altra proposta, prosegue, “è creare la Provincia dell’ Elba Arcipelago da ribattezzare EA, che avrebbe molte più prerogative rispetto al Comune unico, e la provincia rossa di Livorno, storico feudo di sinistra, smetterebbe di intascarsi i soldi dei contribuenti elbani, per lo più moderati o simpatizzanti della Lega, per poi spenderli in continente. In pratica un’esasperazione di federalismo fiscale in salsa isolana”. Infine conclude: “Ultima ciliegina. All’Elba, località turistica di mare, fino all’anno scorso ha imperversato l’Ente Comunità Montana, Dopo la battaglia contro gli sprechi e il pudore, le funzioni sono state trasferite all’Unione dei Comuni dell’Arcipelago che lo scorso anno ha chiuso in rosso ed è gravato da due milioni di euro di debiti”. Piacciano o meno a ciascuno di voi, queste sono le proposte sul tavolo d considerare, con quella trapelata dalle cronache locali per ridurre i Comuni a 4, come nel 1862 quando c’erano i Comuni di Marciana, che includeva Marciana Marina e Campo nell’Elba; Rio Elba che includeva Rio Marina; Capoliveri che includeva l’allora Portolongone; Portoferraio. Od a 5, come nel 1894 quando Campo nell’Elba si staccò da Marciana. Da quest’ultima proposta occorre a nostro avviso partire, perchè rispettosa delle peculiarità ed interessi dell’Elba e non in contrasto con l’istituzione della Provincia dell’Elba Arcipelago. Che, giova rammentare agli scettici, è “a costo zero” per il disposto della L.267/2000 che ne trasferisce dal bilancio della Provincia di Livorno le risorse per la creazione e gestione; non è preclusa né dal Parlamento che ha abbandonato ogni proposito di ridurle (sul punto “Il Mondo” è stato inesatto), né dalla normativa, stante che il numero minimo di 200.000 non è tassativo e molte sono le province al disotto di esso, anche di 50.000 abitanti; già possiede tutte le infrastrutture obbligatorie e necessarie, con la sola Elba dimensionata per accogliere 300.000 persone d’estate, con una media annua di 100.000; diverrebbe uno dei comprensori provinciali più vasti e pregiati non solo d’Italia, ma d’Europa, con Parco, Santuario dei Cetacei, Porti e Aeroporto che solo i poteri e risorse di una Provincia posso far “decollare” davvero in accordo con i Comuni. Sappiamo che diversi fra voi sono propensi alla Provincia EA, ma temono ad esporsi per il timore di chi non la “gradisce”, forse per le ragioni riassunte nel citato articolo de “Il Mondo”. A tutti voi Sindaci rammentiamo che è vostro diritto-dovere di eletti dal popolo prendere in esame qualunque soluzione utile alla collettività amministrata senza condizionamenti di sorta. E quale occasione migliore per discuterne di questo primo “conclave”, per la prima volta al di fuori delle stanze di Enti falliti come la Comunità Montana e l’Unione dei Comuni? Oggi è nelle vostre sole mani il potere di dare il “colpo d’ala” per far rinascere l’Elba Arcipelago e farla volare lontano. La via maestra è indicata dalla Costituzione, che all’art.133 stabilisce che “le nuove province, nell’ambito di una Regione, sono stabilite con leggi della Repubblica su iniziativa dei Comuni, sentita la stessa Regione”; e dalla Legge 267/2000 che all’art. 21 punto 3 lettera d) specifica come: “l'iniziativa dei comuni, di cui all'articolo 133 della Costituzione, deve conseguire l'adesione della maggioranza dei comuni dell'area interessata, che rappresentino, comunque, la maggioranza della popolazione complessiva dell'area stessa, con delibera assunta a maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati”. Basta dunque che la maggioranza di voi Sindaci, purchè rappresentiate la maggioranza della popolazione, inoltri al Parlamento. la richiesta, accompagnata da una esaustiva relazione socio-economica che dimostri i vantaggi della provincia per lo Stato e la popolazione. Coraggio, mettetevi d’accordo!
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