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Controcopertina: La cultura per i parchi (di Renzo Moschini)

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 14 novembre 2010

Vorrei tornare sulle iniziative culturali avviate in San Rossore per il ‘rilancio dei parchi’ . Sottolineo culturali non certo perché voglia negarne o attenuarne la valenza anche politico-istituzionale. D’altronde, specie di questi tempi, sarebbe impresa davvero ardua visto quel che è successo e sta succedendo a partire dal consiglio dei ministri e in parlamento. Il senso di questa connotazione è chiaro proprio in riferimento a questa situazione politico-istituzionale preoccupante di cui si rischia di non cogliere la portata e le cause che vanno appunto ricercate innanzitutto in una caduta culturale e non solo in riferimento ai parchi ma anche al suolo, alle alluvioni a Pompei. Qui sta il tarlo e noi in San Rossore abbiamo voluto partire da qui non perché volevamo eludere o prendere le distanze dallo sconfortante panorama politico, ma proprio perché volevamo affrontarlo sul terreno giusto. Ridurre la vicenda dei parchi a qualche taglio o emendamento, infatti, sarebbe una sciocchezza, un errore imperdonabile che pagheremmo caro. Se qualche toppa ci sarà messa all’ultimo momento forzando la mano a Tremonti tutto di guadagnato, naturalmente,ma la crisi resta e resterà perché da rimuovere sono le cause più profonde che finora non sono emerse con la chiarezza necessaria. Appena qualche giorno fa il ministro Prestigiacomo nell’incontro a Roma promosso da Federparchi con i parchi nazionali ha detto che forse ce la farà quest’anno a portare a casa i 30 milioni ma nel prossimo anno anno le cose non andranno meglio. Ecco noi vorremmo contribuire a far luce sulle cause non solo di bilancio di questa prospettiva così poco allettante che peraltro riguarda anche altri comparti ambientali con non minore drammaticità e urgenza. E il primo obiettivo deve essere quello di dare una idea generale sul mondo dei parchi non riducibile alla stretta sui parchi nazionale perché in ambasce c’è tutto il sistema, o meglio quello che in base alla legge avrebbe dovuto essere e funzionare come un sistema nazionale. Invece anche la cronaca di questi giorni fa riferimento soltanto ai parchi nazionali nonostante il fatto che specialmente in alcune regioni i parchi regionali non se la passino affatto meglio. Svista o stramba distinzione tra nazionali degni delle pagine nazionali e regionali confinabili in quelle locali? Qualunque sia la causa è certo che così le cause dei guai dei nostri parchi resteranno confinate a qualche taglio ancorchè rovinoso. Noi vorremmo contribuire con un nostro documento nazionale e a fare luce su quel che non funziona e perché a Roma e non soltanto al ministero come nelle regioni e negli enti locali; nei parchi come nei distretti idrografici. E su cosa bisogna fare. Il ministro a Roma ha detto che bisogna avere una paio di idee brillante e si augura che al Senato riprendano i lavori per cambiare la legge: ma il lavoro avviato prevede cose che vanno assolutamente respinte a partire dall’ulteriore esproprio delle competenze regionali sulle aree protette marine. Altro che chiacchere sul federalismo.


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