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Elba 2000: Mazzantini, Barbetti e San Francesco

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 26 settembre 2003

La risposta di Mazzantini a De Micheli Vitturi, nel merito della quale, ovviamente, non ci permettiamo di entrare, fornisce nondimeno un contributo significativo alla comprensione di un certo tipo di ambientalismo, non sappiamo quanto diffuso. Mazzantini mette in evidenza due aspetti della sua esistenza: da una parte, i riconoscimenti prestigiosi a livello nazionale, con incarichi, consulenze ecc., e dall'altra potremmo dire una “nobile povertà” (o quasi ): senza telefonino, né auto, ma con un motorino 50 magari di seconda mano, abitazione di 45 metri mq, ecc. Tutto questo viene esibito, a noi pare, come atto di coerenza ad una visione del mondo essenziale e primitiva (castagneti, cinghiali, rospi smeraldini natalizi e ricci elbani), dove l'uomo dovrebbe vivere in armonia con il creato. In questo mondo non vi è spazio, naturalmente, per la ricchezza e per i suoi riti e, aggiungiamo noi, neanche per le sue volgarità. Quindi una visione del mondo che lo interpreta nella sua totalità materiale e spirituale, con le sue verità rivelate e i suoi riti, insomma, più che di un'ideologia si tratta di una vera e propria religione, che potremmo definire francescana (se non avesse avuto un buon rapporto anche con il fuoco, San Francesco si sarebbe meritato la qualifica di santo protettore dei parchi nazionali, lui che parlava ai lupi, agli uccelli e alle piante…) Seguire questa regola di vita è lodevole perché rappresenta un atto di coerenza e di onestà in un’isola di trafficoni. Solo che Mazzantini, essendo un uomo pubblico, come dice lui, deve sfuggire al pericolo che corrono tutti i religiosi, quello di vedere in chi non la pensa come loro un infedele.. Fatti salvi i valori in cui lui crede, dovrebbe imporsi uno sguardo laico, in una realtà come la nostra dove il sistema produttivo turistico, è vero, consuma ambiente e produce figli di papà con Mercedes (un male?), ma crea anche migliaia di posti di lavoro, che hanno permesso a quest’isola diuscire dal sottosviluppo e dallo sfruttamento. Così come è giusto che anche gli elbani, magari affittando qualche casa, possano raccattare qualche briciola dalla grande torta turistica o magari allargarsi la casa fino a 100 metri senza sentirsi accusare di cementificare l'isola. Per questi fratelli ci vuole un sguardo caritatevole Del resto, viviamo ormai in una società secolarizzata dove alla ricchezza come promessa di dannazione eterna non credono più neanche le stesse gerarchie cattoliche, che vivono nel lusso. Nelle società più sviluppate, quelle, per intenderci, bonificate dalla riforma protestante, il perseguimento del successo e del benessere è visto addirittura come un segno di salvezza e il denaro come segno della benedizione divina. Bisogna farcene una ragione. Il carattere religioso dell'ambientalismo di Mazzantini è confermato dal fatto che prevale anche sulle sue convinzioni politiche. Sembra essere questa la sua idea: i peccati ambientali si combattono dove si commettono. La sua presenza (lui, di sinistra) alla corte di Barbetti (di destra), più volte denunciato da Legambiente per peccati capitali ambientali, non deve essere vista come un atto di incoerenza, né come una consulenza ( solo perché è pagata), ma come una vera e propria missione. Auguriamogli buon lavoro.


goletta mazzantini

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