Non si erano ancora placate le acque dopo il litigio con di scambio di epiteti in consiglio dei ministri tra il ministro Prestigiacomo e Tremonti che su Bondi è crollata la casa dei gladiatori di Pompei, uno scandalo di cui il presidente Napolitano chiede conto. Crolli e litigi preceduti da micidiali disastri con vittime e danni incalcolabili. La Prestigiacomo rivendica innanzitutto un po’ di soldi per i parchi nazionali a rischio chiusura ma anche per i bacini. Bondi ha dato colpa alla pioggia e alla incompetenza del personale preposto e naturalmente ai tagli di Tremonti. Eppure il ministro dell’ambiente non tantissimo tempo fa ebbe a dire che era bene che ai parchi – veri ‘poltronifici- era bene che ci pensassero di più i privati e Bondi per i musei e il resto confidava -pure lui- nei privati tanto che scelse un esperto di supermercati per i beni culturali. Per i bacini spesso senza piani e sempre senza soldi ci pensava l’onnipresente Bertolaso chiamato a intervenire sempre in maglietta dopo che la frittata era fatta. E se non bastasse questo spettacolo va aggiunto che alcune delle nuove giunte regionali i cui presidenti in campagna elettorale erano sorridenti sul palco con Berlusconi a giurargli fedeltà, stanno per quanto gli compete smantellando i parchi regionali che altre giunte avevano faticosamente costruito. Nè stanno meglio i bacini che qualcuno ora scopre che hanno a che fare anche …con l’acqua. Insomma anche la Polverini e Cota e con loro altri colleghi stanno seguendo fedelmente le orme ministeriali. Eppure di tutto questo è difficile trovare traccia nel dibattito parlamentare e non solo. L’argomento è scomodo –lo so-e si fa prima ad accusare di sciacallaggio chi ne parla che a farci i conti specie se si fa parte della ‘cricca’ che sulle disgrazie ha costruito le sue fortune. Ma anche se non piace bisognerà parlarne perché da qui passa il governo del territorio e del paese per lo stato come per le regioni e gli enti locali.
Pompei crollo