I lavoratori elbani del settore della bonifica forestale da martedì 2 novembre sono in stato di agitazione. Nell’ambito di questa mobilitazione, è stato proclamato per giovedì 4 novembre, uno sciopero di 4 ore dalle 9.30 alle 13.30, con una manifestazione che culminerà sotto il Palazzo della Provincia di Livorno di Viale Manzoni a Portoferraio. Flai Cgil e Fai Cisl affermano in un comunicato congiunto di aver deciso questa mobilitazione “a seguito delle deludenti risposte date dalle istituzioni del luogo, che mettono a repentaglio decine di posti di lavoro”. “Chiediamo di fare chiarezza - ha commentato Michele Rossi per Flai Cgil - sulla questione dell’Unione dei Comuni per noi di essenziale importanza, sia per la tutela del territorio, sia dal punto di vista occupazionale, sono infatti a rischio decine di posti di lavoro”. E quelli che erano i Forestali della ex-C.M. terminano perentoriamente il loro comunicato: “Attendiamo risposte dalle amministrazioni degli 8 comuni elbani coinvolti”. Ma è tutto il comparto manutentivo-ambientale ad aver ricevuto un durissimo colpo dal fallimento associativo dei comuni isolani, ed anche sul versante delle ditte private che operano nel settore “a progetto” la vicenda ha ripercussioni drammatiche. La mancanza di una “copertura” amministrativa ha infatti forzato il Dirigente dell’Ufficio di Piano dell’Unione dei Comuni Arch. Mario Ferrari, responsabile dei procedimenti che avevano portato all’inizio dei lavori per 5 milioni di euro, affidati a soggetti privati, a rinunciare al proprio ruolo, con il conseguente blocco delle attività di cantiere, da cui è pressoché certo che, oltre alla perdita di posti di lavoro, deriveranno azioni di rivalsa delle ditte aggiudicatarie, che potranno in tempi ragionevoli recuperare solo una parte delle risorse economiche già sborsate per pagare i dipendenti e l’acquisto dei materiali necessari al compimento delle opere rimaste a metà del guado. Siamo quindi al cospetto di altri nefasti effetti dell’inconcludente agitarsi dei protagonisti del teatrino elbano della politica, un “casinoistituzionale” che gli isolani dotati di scienza e coscienza faranno bene a sbaraccare quanto prima, spingendo verso la creazione di quel comune unico che a questo punto è ostacolato realmente solo da chi vuol mantenere divisi gli elbani per difendere il suo “sgabello di comando”, contro ogni logica e contro ogni legittimo interesse della comunità.
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