Una maggiore attenzione alla tutela delle nostre coste e del loro inestimabile patrimonio ambientale. Una misura proposta dal ministro dell'Ambiente Prestigiacomo che recepisce di fatto l’ordine del giorno del Consiglio Comunale di Campo nell’Elba del 26 maggio scorso con il quale si chiedeva al Governo l’approvazione di un decreto ministeriale per interdire, nel canale di Pianosa e per un raggio di cinque miglia attorno all’isola, il traffico marittimo di petroliere, navi da carico o passeggeri di stazza lorda superiore alle 10.000 tonnellate. L’ordine del giorno, introdotto da Yuri Tiberto, invitava le altre amministrazioni comunali dell’Elba, ma anche Unione dei Comuni, Parco e Regione a fare proprio quel documento. Fu votato all’unanimità e muoveva le mosse dal disastroso incidente della British Petroleum avvenuto il 20 aprile nel Golfo del Messico e di fronte alle coste della Louisiana. Una catastrofe ambientale dalle conseguenze inimmaginabili sull’ambiente ma anche sulle economie della zona che non poteva far riflettere su un eventuale parallelo con l’Elba e le altre isole dell’Arcipelago. Oggi la mano tesa del Governo che si muove nella direzione tracciata dal Consiglio comunale campese. Nella fattispecie il provvedimento, licenziato dal Consiglio dei ministri, istituisce un’area di protezione oltre il limite del mare territoriale in un ampio tratto dell’alto Tirreno e del mar Ligure - spiegano dal ministero - su cui insiste anche il Santuario dei Cetacei. Per queste aree, con l’obiettivo di prevenire scarichi di sostanze inquinanti in acque internazionali ma contigue alle coste italiane, viene disposta l’istituzione di zone di protezione ecologica a partire dal limite esterno del mare territoriale italiano entro le quali saranno applicate tutte le misure di prevenzione e repressione dell’inquinamento marino, nonché di protezione dei mammiferi, della biodiversità e del patrimonio archeologico e storico. “E’ un grande risultato – commenta Lucia Soppelsa, vicesindaco di Campo nell’Elba – che premia l’impegno e la sensibilità della nostra amministrazione e del consiglio comunale che hanno inteso fare tesoro della terribile esperienza della British Petroleum. Giusto ieri sera nuove inchieste giornalistiche hanno denunciato come le nostre acque subiscano ancora oggi gli effetti nocivi del disastro della petroliera Haven, esplosa nel 1991 a largo di un tratto di costa compreso tra Savona e Genova. Nuove tragedie – continua Soppelsa – rappresenterebbero per il nostro territorio e le nostre economie un danno esiziale, per questo è importante salvaguardare con forza i nostri mari”.
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