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Martinenghi ancora su UDC e Coppola

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 31 ottobre 2010

Egregio Direttore Rossi, correttamente Lei ha pubblicato appaiate la mia analisi politica dal titolo “abolizione delle province: prove tecniche di terzo polo” e la relativa “stroncatura” proveniente dal coordinatore provinciale UDC Coppola, che mi obbliga ad alcune considerazioni. La prima riguarda la sua citazione del programma PDL relativamente all’abolizione delle Province, a sproposito, senza averlo letto. Se lo avesse fatto saprebbe che è in sette capitoli di 24 pagine e che l’unico riferimento all’abolizione delle province si trova a pagina 20, tra parentesi, al termine della spiegazione su come contenere la spesa pubblica, riducendola: “…nella sua parte eccessiva, non di garanzia sociale, a partire dal costo della politica e dell’apparato burocratico (ad esempio con l’abolizione delle province inutili)”. Per “province inutili” la politica vera – quella che fa leggi in Parlamento, non solo chiacchiere – intende quanto disposto dalla L.267/2000 nel caso delle “citta metropolitane”, che possono sostituirsi alla provincia (art. 23 punto 5): “La città metropolitana, comunque denominata, acquisisce le funzioni della provincia;…” quando facenti parte delle “aree metropolitane” definite (art. 22 punto 1): “…le zone comprendenti i comuni di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari, Napoli”. Non a caso uno dei primi provvedimenti presi dal Governo Berlusconi è stato l’avvio dell’iter per l’abolizione delle “province inutili” delle città metropolitane sopra elencate. Se richiesto, sarò lieto di fornire al coordinatore UDC Coppola copia del programma PDL e della Legge 267/2000, con l’auspicio che li legga. La seconda considerazione riguarda invece la sintassi sgrammaticata del Coppola, che si potrebbe definire “alquanto grottesca, per non dire più propriamente ridicola” , come spiritosamente scritto dallo stesso Coppola al mio riguardo. Di norma evito di fare considerazioni di carattere personale che reputo antipatiche, ma Coppola è dirigente provinciale di partito politico nazionale, il cui Leader Casini parla e scrive assai bene e credo pretenda altrettanto dalla propria classe dirigente. Come immagino pretenda il suo superiore sindaco Bosi, chiamato in causa dalla mia analisi, suo dirigente nazionale UDC. Un politico è infatti personaggio pubblico con il dovere di saper leggere e scrivere correttamente, per intervenire nei dibattiti senza effetti controproducenti per sé, i suoi superiori, il suo partito, la gente che è chiamato a rappresentare. Com’è accaduto al Coppola in questo frangente. Cordialità,


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