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Abolizione delle Province polemica tra Martinenghi e Coppola (UDC)

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 29 ottobre 2010

Prove tecniche di terso polo Sono trascorse solo due settimane dall’affermazione perentoria del Ministro Tremonti che è inutile abolire le Province perché si risparmierebbero solo 100 o 200 milioni di euro ed ecco l’opposta proposta targata UDC di Casini, FLI di Fini e API di Rutelli: aboliamo 70 province su 110 e si risparmieranno almeno un miliardo di euro. Delle due l’una, o Tremonti non sa più far di conto, oppure Casini, Fini e Rutelli stanno facendo “prove tecniche” preelettorali di terzo polo con una proposta demagogica e irrealizzabile: l’ideale per attrarre consenso a costo zero. Ha ragione Tremonti e spiego perché. Per stare all’Elba prendiamo l’esempio dell’Unione di Comuni in corso di liquidazione, i cui 40 dipendenti verranno ricollocati in altri Enti pubblici senza alcun risparmio per la spesa pubblica perché così impone la legge. Mutatis mutandis lo stesso avverrebbe con il taglio delle Province, se fosse possibile. Ma non lo è. Ho più volte avuto modo di spiegare che le Province stanno ai Comuni come i condomini stanno ai singoli i appartamenti, dei quali regolano le parti comuni – scale, tetto, viali, caldaie, fogne, etc. - nell’interesse di tutti. All’Elba la Provincia di Livorno-condominio interviene – o dovrebbe intervenire, ma questa è altra questione - per le strade che collegano i singoli Comuni-condomini, le scuole dove si recano gli studenti da ogni Comune, i porti e aeroporto dove sbarcano i residenti di ogni Comune e così via per Ospedale, Tribunale, traghetti, rifiuti, fossi, condotte fognarie, elettrodotti, parco, etc.. Le Province sono insostituibili perchè investono nelle infrastrutture per lo sviluppo del territorio. Venissero abolite sarebbe l’anarchia amministrativa, che costringerebbe qualunque Governo a trasferirne le competenze in capo ad altri Enti creati ad hoc con uguali costi per la collettività. Bossi, Tremonti e Berlusconi questo lo sanno bene e dunque stanno operando – o meglio, stavano operando, prima che i protagonisti del terzo polo destabilizzassero maggioranze parlamentari ed azione di Governo – per meglio definirne competenze, risorse e numero. Per evitare inefficienze da sovrapposizioni con Regioni e Comuni; ridurle nei casi previsti dalla L.267/2000 delle città metropolitane di Roma, Milano, Genova, Torino, etc., che ormai si sovrappongono alla stessa Provincia; aumentarle in qualche caso, dove richiesto dalla popolazione ed imposto da esigenze di razionalizzazione e sviluppo economico-sociale, purchè con vantaggio del bilancio dello Stato. E’ il caso della Provincia dell’Elba Arcipelago. In quest’epoca di dissoluzione della politica, dove le iniziative a volte paiono prese dai leaders più a danno dell’avversario che a vantaggio del Paese, non stupisce l’ennesima proposta UDC-FLI-API di contrasto al Governo Berlusconi. Semmai all’Elba dispiace vi aderisca un politico della caratura del Sindaco On. Bosi, che da dirigente nazionale UDC non può peraltro esimersi. Elba Arcipelago - Stefano Martinenghi Coppola (UDC): L'inutilità delle provinvie è un fatto conclamato Ho letto con attenzione le dichiarazioni del sig. Martinenghi, che tenterebbe di strumentalizzare un iniziativa parlamentare, alla quale ha partecipato autorevolmente l’UDC, per giustificare le proprie legittime convinzioni inerenti al mantenimento delle Province. E’ in dubbio che il suo è un tentativo maldestro anche se comprensibile, in effetti tirando in ballo il mio partito ed uno dei suoi massimi esponenti nell’ambito elbano e nazionale, da maggiore risalto e pertanto sostegno alle sue iniziative, che per quanto riguarda la comunità insulare certamente lodevoli. In realtà se dobbiamo fare i conti con l’oste e non solo con l’avventore, sarebbe importante ricordare che uno dei punti programmatici che accomunava tutte le forze politiche in campo nella passata tornata elettorale del 13-14 aprile 2008 è stata proprio l’abolizione delle province, sostenuta fra l’altro anche dalla coalizione vincente. Inoltre esiste letteratura specifica sull’inutilità delle provincie fin dall’Assemblea Costituente e dal 1970 con la nascita delle regioni a statuto ordinario sembrò che si arrivasse alla soppressione definitiva, ma prevalse la logica utilitaristica del mantenimento. Se non erro anche il Ministro Tremonti si è espresso più volte positivamente sull’abolizione di questo ente intermedio fra il Comune e la Regione, in effetti è stata parte integrante del programma fin dal 1994 del partito di cui è uno dei massimi esponenti e certamente non uno strenuo difensore del mantenimento, come ha espresso anche ultimamente in una audizione alla Camera. L’unico rilievo che ha fatto è stato riguardo ad una modifica della Costituzione nel caso si dovesse abolire le province ed ha sintetizzato che tale provvedimento porterebbe un risparmio intorno ai 100-200 milioni di euro, ebbene anche se fosse, ma non è così, il che comunque significherebbe un miliardo in 5 anni. In mio possesso ho il progetto di legge presentato anche dall’ UDC sull’abolizione delle provincie, se il signor Martinenghi ne vorrà una copia sono a sua disposizione, in cui è possibile evidenziare la consistenza del risparmio con numeri precisi, al contrario dei documenti sul “Federalismo Fiscale” dove non compaiono cifre. Per concludere vorrei ricordare al sig. Martinenghi che i Governi cadono o stanno in piedi per precise responsabilità delle forze che compongono le coalizioni di maggioranza, dato che l’UDC è all’opposizione, ritenerci responsabili delle difficoltà di Berlusconi, è alquanto grottesco, per non dire più propriamente “ridicolo”. Luigi Coppola (Coordinatore Provinciale UDC Livorno)


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