Tutto inizia all’interno di un bar in Rio Marina, la sera del 11 ottobre scorso. Un quarantaquattre, di origini napoletane ma da diverso tempo residente sull’Isola, tra una bevuta ed una chiacchiera, si trova seduto al tavolo con altri tre uomini, due del posto ed uno di origini polacche. La discussione si accende improvvisamente ed il napoletano si vede colpito al volto dal polacco. A questo punto esce dal bar e chiama rinforzi. Passano pochi minuti e ritorna al locale con il figlio, 22enne. Gli altri tre individui sono ancora lì e stanno continuando la chiacchierata. Senza aggiungere altro padre e figlio si avventano sul polacco, lo insultano, lo minacciano e quindi lo colpiscono con pugni e calci che lo stordiscono e lo fanno dapprima barcollare, quindi cadere. Appena lo straniero prova a rialzarsi, sempre frastornato dai colpi ricevuti, il giovane partenopeo afferra una bottiglia di vino vuota e la manda in frantumi sulla testa del malcapitato, fra lo sgomento e la paura degli altri avventori. Quando il titolare avverte i Carabinieri i due aggressori si sono già dileguati e ai militari dell’Arma piaggese non resta che ricostruire l’accaduto attraverso testimonianze e accertamenti sulle presenze nel locale e sugli spostamenti dei sospettati. Questi, già noti, infatti, per altre tipologie di illecito e più volte segnalati dai carabinieri all’Autorità Giudiziaria, vengono individuati in modo preciso così come le circostanze del fatto. Il cittadino polacco, sottoposto a cure mediche, ha riportato dieci punti di sutura sulla testa e due sul sopracciglio ed è stato giudicato guaribile, dai sanitari, in 21 giorni. Padre e figlio risponderanno del reato di lesioni personali gravi in concorso, oltre che di minacce ed ingiurie e si prospetta per loro un processo dal quale potrebbero scaturire condanne per una pena complessiva che potrebbe arrivare fino a 4 anni di reclusione. Non si tratta, infatti, di lesioni personali semplici, ma gravi e aggravate. L’uso improprio di un oggetto contundente (una bottiglia, nell’occasione) e l’entità delle ferite riportate dal malcapitato aggravano, di fatto, il reato e di conseguenza la posizione dei due indagati su cui si dovrà esprimere il Giudice del Tribunale di Livorno. Da parte dell’Arma isolana, intanto, la risposta a questo insensato fatto violento è stata chiara e tempestiva: a Rio Marina e negli altri comuni elbani, accaduti del genere suscitano scalpore poiché rari se non unici, e chi tutela l’ordine lavora proprio affinché questa condizione permanga, prevenendo e in caso reprimendo atteggiamenti che qualora colti nella flagranza consentirebbero l’arresto.
Carabinieri Rio Marina Stazione