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Lampedusa:“No trivella”contro la Puma Petroluem (stessa dell’Arcipelago Toscano)

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 22 ottobre 2010

Lampedusa (Agrigento) Nelle Isole Pelagie sono stati rilasciati due permessi per ricerche petrolifere alla Società Puma Petroleum e il ministero dell’ambiente ha stabilito che le trivellazioni dei pozzi dovranno essere sottoposte a procedura di Valutazione di impatto ambientale, ma già nel febbraio del 2009 è stato dato il via libera alle ricerche preliminari. L’estensione complessiva delle aree di ricerca è di oltre 140.000 ettari e riguarda tutto il fronte meridionale dell’arcipelago e il tratto di mare compreso tra Lampedusa e Lampione (vedi cartografia). La profondità prevista di escavazione sarà superiore ai 2.800 metri. La Puma Petroleum S.r.l. è una compagnia acquisita dalla Key Petroleum l.t.d, una multinazionale petrolifera australiana con sede ad Outram Street 14 - West Perth, Western Australia, nota anche per aver chiesto una concessione di ricerca e poi la realizzazione di due pozzi offshore in un’area di 643 km2 chiamata “Elba d 91 E.R–.PU” che si estende da poco al largo delle coste meridionali dell’Elba fino quasi a Montecristo. Se si guarda la carta pubblicata sul sito della Key relativa alle concessioni nella “Aree di Applicazione (Key 100%” si scopre che la multinazionale australiana ha richieste di trivellazioni offshore anche nella Sardegna Occidentale e, appunto, a Lampedusa 1 e 2. La Key e la Puma informano anche che «Le relazioni di valutazione dell’impatto ambientale - Environmental Impact Assessment (EIA) - per ciascuna area sono attualmente sottoposte alla valutazione del Ministero per l’Ambiente e la Key è in attesa del responso finale e dell’approvazione da parte del Ministero. L’opera di valutazione tecnica è progredita in parallelo con la procedura di inoltro dell’EIA e l’azienda ha lavorato in cooperazione con i propri specialisti italiani sulla valutazione geologica e geofisica dei dati. Il team tecnico della Key è attualmente impegnato nella preparazione di rilevamenti geofisici dettagliati che supportino lo sviluppo di aree esplorate e vantaggiose (…) I progetti italiani offshore di proprietà della Puma Petroleum S.r.l., compagnia acquisita dalla Key, vengono preparati per essere sottoposti a perforazioni esplorative e possibile appalto. La Key possiede il 100% di interesse nelle 4 richieste di concessione esplorativa, delle quali 2 sono concessioni offshore al largo dell’isola di Lampedusa e le altre due si riferiscono alla Sardegna Occidentale ed all’Elba Meridionale. Dette aree offshore si trovano in aree geologicamente esplorative». La Key «E’ stata fondata allo scopo di sfruttare le opportunità petrolifere internazionali individuate dagli amministratori della società sulla base della loro estesa rete di contatti e pluriennale esperienza nell’industria del gas e del petrolio. Il punto focale degli investimenti qualitativi è stato posto in aree con accertata presenza di petrolio e gas e laddove erano già state precedentemente identificate opportunità di trivellazione. La società ha inoltre voluto localizzare i propri progetti in paesi politicamente stabili che offrissero condizioni fiscali attraenti e, ove possibile, preesistenti infrastrutture di qualità ben realizzate e gestite». I petrolieri australiani dicono esplicitamente di essere alla ricerca «di potenziali aree ad un costo inferiore»: operano già, da soli o in joint venture con altre multinazionali petrolifere, al largo delle coste della Tanzania (Songo Songo), in Suriname (Coronie e Uitkjik), in Namibia (Bacino del Walvis) e spiegano che «L’obiettivo aziendale a breve termine consiste nel creare riserve petrolifere da trivellazione che possano essere rapidamente messe in produzione. La Key intende continuare con tale approccio ed è sempre alla ricerca di altri investimenti di qualità che forniscano crescita e forza finanziaria all’azienda. L’obiettivo aziendale a lungo termine della Key Petroleum, con alla guida un esperto e plurispecialistico consiglio d’amministrazione affiancato da consulenti finanziari e da un solido team tecnico, consiste nella creazione di un’azienda esplorativa e produttiva integrata dedita all’esplorazione gas-petrolifera ed alla produzione». Per questo oggi le associazioni di pescatori di Lampedusa, Legambiente e associazioni giovanili dell’isola hanno organizzato il “No trivella day”. Per protestare contro le concessioni e le prospezioni petrolifere. Nel comunicato che invita ad aderire alla manifestazione si legge che «Le Pelagie sono situate in una zona di mare di importanza vitale per tutto il bacino del Mediterraneo e un eventuale incidente potrebbe avere effetti dannosi inimmaginabili e irreparabili. Nessuna garanzia sull’osservanza delle più restrittive norme sulla sicurezza, nessuna assicurazione sul rispetto delle disposizioni in materia di controlli preventivi, nessuna promessa di trasparenza e correttezza nello svolgimento delle operazioni in mare, ci farà desistere dall’opporci senza se e senza ma alle trivellazioni nel nostro mare. Il dramma causato dall’esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nel Golfo del Messico è solo l’ultimo di una lunga serie di disastri avvenuti negli anni in varie parti del pianeta che dimostrano in modo inoppugnabile che non esistono procedure che rendano sicure le attività estrattive. In gioco c’è il futuro dell’arcipelago delle Pelagie, che per la sua posizione strategica nel Mediterraneo, è uno straordinario serbatoio di biodiversità ed è al centro delle rotte migratorie per balene, delfini, tartarughe. Il destino di queste isole non può essere condizionato o compromesso da scelte miopi e ciniche, che guardano ancora al petrolio come unica fonte energetica».


Lampedusa ricerche petrolifere

Lampedusa ricerche petrolifere