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Quello che la cronaca sui parchi non dice

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 20 ottobre 2010

Le cronache non sono avare di notizie sui parchi. Potrebbe sembrare un buon segno visto che più volte e a da più parti ci si era chiesti perché i parchi non facessero abbastanza notizia. Ma purtroppo non è così. Le notizie ci dicono infatti che i parchi e le aree protette non avevano mai attraversato una fase tanto grave e rischiosa che potrebbero rapidamente peggiorare. E contrariamente a quel che si potrebbe pensare ciò non è dovuto solo e forse neppure principalmente ai pesanti tagli di cui si parla e si polemizza da mesi. Certo che tagli specie se del 50% non facciano bene alla salute è lapalissiano e non richiede particolari spiegazioni. Quello che invece non è altrettanto scontato e che le cronache possono almeno in parte aiutarci a capire, è che in pentola e da tempo stanno bollendo molte altre cose e nessuna gustosa. La manfrina del ministro Prestigiacomo che cerca solidarietà contro il burbero Tremonti è tale proprio perché il suo ruolo brilla da tempo per l’assenza più totale su questioni delicatissime che con i tagli non hanno nulla a che fare o quasi. Sua è stata la prima sortita sui parchi ridotti a ‘poltronificio’ e siccome i poltronifici vanno liquidati Tremonti come Calderoli per altri aspetti, non hanno perso un minuto ad approfittarne. Ora si lamenta ma se l’è cercata come quando ha detto che bisognava pensare seriemente a privatizzarli ossia cercare i soldi dove anche Bondi li ha cercati con gli esiti che sappiamo per i musei. Se li cerca fuori Tremonti è ovviamente autorizzato e incoraggiato a tagliare quelli pubblici. Insomma chi cerca trova rogne ed è patetico che poi cerchi pure solidarietà. Come si dice; chi è causa del suo male etc etc. Ma le cronache ci dicono che i guai per i parchi nazionali ma anche regionali non derivano solo e neppure principalmente da qui. Ci sono regioni come il Lazio e la Campania, il Piemonte ( non parliamo della Sardegna) dove le nuove giunte amiche del ministro appena insediate hanno avviato un vero e proprio smantellamento e allarmante ridimensionamento dei parchi regionali faticosamente istituiti e avviati. In qualche caso nel giro di qualche settimana si è assistito ad una vera e propria girandola di sostituzioni, avvicendamenti scriteriati che hanno paralizzato le cose rischiando il peggio. Tribolate sono anche situazioni più consolidate come in Lombardia dove è entrato in crisi anche un parco storico come quello del Ticino alle prese con situazioni tipo Vesuvio dove la vergogna non attiene sicuramente in primis ai soldi ma alla considerazione di cui godono prima che in regione al ministero i parchi. Per fortuna in altre regioni le cose vanno meglio ma dappertutto i problemi dovuti non soltanto ai tagli di Tremonti non mancano e il ministero se ne frega come conferma il rifiuto di convocare una conferenza nazionale –e non una qualche passarella- per prendere le misure indispensabili ad evitare una crisi irrimediabile. Che del Santuario dei cetacei non si abbiano da mesi ed anni notizie dipende dal cattivo Tremonti? Che allo Stelvio si riapra una discussione antica sul passaggio del parco alle province speciali di Bolzano e Trento a cosa è dovuto se neppure dopo il riconoscimento dell’Unesco alle Dolomiti a Roma persino lo spot turistico berlusconiano le Dolomiti aveva semplicemente dimenticate? E se a Pescasseroli presso il parco nazionale d’Abruzzo dove qualche settimana fa si sono riuniti i parchi europei ma anche americani, canadesi, australiani il ministero dell’ambiente non aveva neppure un suo rappresentante è colpa dei ‘tagli’? Detta un po’ brutalmente sarebbe ora che i parchi non tenessero il moccolo a nessuno specie se quel qualcuno vuole fregarti.


Ramo giallo bosco

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