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Controcopertina: Ora che si avvia la macchina del referundum comune unico

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 20 ottobre 2010

Ora che la macchina per il referendum sul comune unico si sta avviando, con il sostegno di quanti (tanti), singoli o associazioni, pensano che questa sia la strada obbligata per dare all’isola nel suo insieme la possibilità di scoprirsi unita nei problemi e nella ricerca delle soluzioni, si pongono necessariamente alcuni interrogativi sull’agire delle attuali amministrazioni legittimate da istituzioni che potrebbero scomparire nel volgere di un paio d’anni. Purtroppo appare ormai evidente come la visione microlocale e competitiva che ha fino ad ora contraddistinto l’opera dei vari Comuni non ha consentito di procedere alla individuazione degli strumenti che permettessero di avviare a bonifica le vere paludi nelle quali l’isola si è impantanata (dalla continuità territoriale allo smaltimento dei rifiuti alla gestione del territorio nel suo insieme – una per tutte i rapporti con il PNAT). Non a caso per fermare Terna e i suoi tralicci è stata fondamentale la costituzione del Comitato che è riuscito a mobilitare gli elbani senza distinzione di provenienza, l’opera del quale ha inoltre reso quanto mai evidente la necessità che l’Elba sia gestita nella sua interezza, mare compreso. Ora, da qui al referendum, e ovviamente, se il referendum avesse esito favorevole, successivamente fino alla istituzione del Comune Unico, appare naturale e doveroso che le singole amministrazioni accantonino o meglio, mettano in mora, i vari progetti di nuove opere (dal water front ai numerosi porti ipotizzati, ai nuovi insediamenti urbani) che non siano già stati compiutamente definiti e materialmente avviati a compimento. Il rischio che le attuali amministrazioni interpretino la scadenza del referendum e la possibile successiva istituzione del Comune Unico come uno stimolo ad affrettare gli iter di alcuni interventi cosiddetti locali, ma che in realtà coinvolgono l’intero territorio dell’isola con i suoi abitanti, in modo da mettere l’eventuale futuro comune unico davanti a fatti ormai compiuti è concreto. Se la strada percorsa fosse questa il nuovo comune si troverebbe di fronte ad una serie di interventi progettati in una logica esattamente contraria a quella che ne ha voluto l’istituzione, logica che che si concretizzerebbe in una ulteriore zavorra destinata a sabotare il suo decollo e il suo futuro operare. Al contrario, in questa fase, i nostri Sindaci e le nostre Giunte sono chiamati ad intervenire il più unitariamente possibile nella gestione dell’ordinaria amministrazione e manutenzione del territorio e dell’esistente (da fare ce n’è fin che si vuole) e, soprattutto, ad intervenire con fermezza sull’ente regionale per scongiurare o almeno per differire quella che al momento appare come una pesantissima ipoteca sul futuro dell’agibilità dell’isola: la privatizzazione di Toremar.


Elba Mappa Comuni

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