Nel dibattito che si è sviluppato in Consiglio Regionale sulla variante al P.S. per il nuovo sistema della nautica di Portoferraio, con accordo di pianificazione, sono emerse alcune posizioni sulle quali ci sentiamo di dover intervenire. In primo luogo sull’assenza di una valutazione d’impatto ambientale relativa alla variante. Quest’ultima, infatti, contiene l’espressa previsione normativa che i nuovi approdi turistici siano subordinati a preventiva V.I.A.; è però del tutto evidente come effettuare una simile valutazione su una variante al P.S. che non contiene se non regole quadro, dove non è ancora specificata la quantità delle imbarcazioni che ospiteranno gli approdi, né le caratteristiche degli interventi a terra e a mare, sarebbe non solo assurdo, ma addirittura impossibile. Uguale considerazione si può fare per la VAS: la procedura urbanistica di Portoferraio ha avuto avvio a giugno del 2007, la firma sull’intesa preliminare è avvenuta a luglio del 2009 e l’adozione della variante ad agosto, come si poteva applicare una legge del 2010? Qualcosa ci sentiamo di dire anche sulla partecipazione alle scelte. Fin dall’avvio del procedimento del 2007 abbiamo dettagliato gli obiettivi della variante ed abbiamo sviluppato un ampio confronto con la città, che ha tra l’altro portato a decine di contributi ed a nove osservazioni, largamente collaborative. Tutta la campagna elettorale per le amministrative 2009 ha visto al centro il dibattito sulla variante. Quello che faremo adesso è mettere intorno al tavolo, questa volta sulle scelte di dettaglio e sugli aspetti concreti, tutte le associazioni di categoria, i sindacati, le associazioni ambientaliste, per far sì che questi soggetti non si limitino a condividere le scelte, ma contribuiscano alla loro scrittura, ovviamente portando poi il tutto al confronto con i cittadini di Portoferraio. La variante rappresenta un progetto molto avanzato anche sul fronte della salvaguardia ambientale, tanto da essere il primo tentativo in Toscana di unire in un unico disegno usi del mare e aree di tutela, con la nascita delle due oasi naturalistiche delle Terme e delle Grotte, tanto da mettere in testa ad ogni percorso la bonifica delle aree inquinate dall’industrializzazione e da mettere al centro della costruzione degli approdi il recupero dei volumi incongrui, che verranno demoliti ed il riuso del patrimonio esistente. Alle salvaguardie ambientali, presenti fin dall’adozione della variante e molto vincolanti, si unisce peraltro un disegno legato allo sviluppo di qualità e sostenibile, che mette al centro il lavoro, la crescita dei livelli occupazionali ed il contrasto alla crisi. Queste ultime azioni si possono perseguire in molti modi: a nostro avviso dare lavoro recuperando l’esistente e combattendo il degrado è la modalità migliore. Anche per questo sorprende che una forza moderata come l’UDC, a Firenze, sia stata la sola a votare contro. Il rammarico aumenta con la certezza che questa scelta sia fortemente collegata alle vicende del porto di Rio Marina, alle problematiche emerse nel confronto con la Regione, quasi che si voglia scaricare sulla comunità portoferraiese un disagio che nasce da questioni alle quali siamo del tutto estranei. E’ questo il segno di una crisi profonda dei rapporti istituzionali sul territorio elbano ed anche di una crisi della politica, che ci preoccupa, ma per il modo ambiguo in cui si manifesta, ancora di più ci amareggia.
Water Front Portoferraio