Il fatto è di qualche anno fa ma la condanna a quattro mesi di detenzione verrà scontata ora, in regime di arresti domiciliari, quattro mesi di clausura, insomma imposti ad una "bollente vaporina", visto che la vicenda venuta alla luce vedeva per protagonisti una quarantenne di Porto Azzurro ed un trentaquattrenne livornese. Questa la ricostruzione dei fatti riproposta dai Carabinieri della compagnia elbana: "Lei invaghita di lui, prova in tutti i modi a sedurlo ma lui non ne vuol sapere e la evita in diverse occasioni. Ma la donna non demorde e comincia a pedinare lui e la sua fidanzata facendosi notare in tutte le circostanze persino dai colleghi di lavoro del ragazzo. Sino a che, forse per la rabbia del rifiuto, decide di estorcergli denaro con la minaccia di rivelare alla fidanzata un inventato rapporto adultero consumato. L’uomo, arrabbiato ma anche intimorito dalle reazioni in alcuni casi violente della donna, a questo punto decide di rivolgersi ai Carabinieri della Stazione di Porto Azzurro che, in poco tempo, svolgono indagini tese ad accertare la veridicità di quanto denunciato e fanno scattare la trappola nei confronti della donna. Si concordano le operazioni di consegna del denaro e all’avvenuta ricezione dello stesso, scatta il fermo della 40enne che ovviamente viene trovata in possesso della somma di 250 euro, precedentemente fotocopiate dai militari. A nulla valgono i tentativi di giustificazione e gli uomini dell’Arma segnalano il tutto all’Autorità Giudiziaria. A distanza di anni arriva da Livorno un provvedimento di detenzione domiciliare a seguito di condanna definitiva a circa quattro mesi di reclusione". Il comunicato dell'Arma termina con la considerazione che se fatto fosse capitato di questi tempi, sarebbe stato qualificato quasi certamente come esempio tipico di stalking. Ai giorni nostri la intemperante longonese sarebbe incappata nei rigori della legge ben prima di commettere il più grave reato di estorsione, e chissà forse se sarebbe davvero giunta a compierlo, ed a dover saldare, sia pure ad anni di distanza, il conto.
Carabinieri auto muso