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Creare una forza lavoro realmente motivata e consapevole

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 22 settembre 2003

Non è possibile monitorare i bisogni formativi se non partendo dall’analisi e dalle peculiarità del contesto locale dove essi nascono e si sviluppano; questo il principio dal quale partiva la ricerca realizzata da IRES Toscana, Istituto di Ricerche Economiche e Sociali di Firenze, che è stata presentata lunedì 22 settembre al Palazzo della Provincia di Viale Manzoni a Portoferraio, alla presenza dell’Assessore alle politiche formative e al lavoro Paolo Nanni e del vicepresidente della Provincia di Livorno e assessore all’istruzione Carla Roncaglia. L’iniziativa è stata seguita da un nutrito pubblico, costituito da operatori del settore turistico e rappresentanti delle associazioni di categoria e delle istituzioni territoriali. Tra i presenti anche due classi dell’ITCG Cerboni e del Liceo Foresi accompagnate dal Preside Gennaro De Cristofaro e dal Presidente del Consiglio provinciale Nunzio Marotti L’evento, presentato dagli autori della ricerca Franco Bortolotti e Vania Bartoli, si inserisce nel quadro degli approfondimenti sul mondo del lavoro e della formazione voluti fortemente dalla Provincia di Livorno e che si concluderanno l’11 dicembre con la Conferenza provinciale del lavoro. Obiettivo principale dell’indagine conoscitiva applicare la metodologia di analisi sui fabbisogni formativi e professionali del territorio ai settori fondamentali dell’economia elbana, con l’obiettivo accessorio di trasmettere gli strumenti al Sistema economico locale perché vengano utilizzati anche per tutti gli altri dell’economia dell’arcipelago, in modo da anticipare le necessità del territorio e rispondere in modo efficace ed efficiente alle richieste formative del mondo produttivo. Oltre a costituire un approfondimento delle problematiche e delle potenzialità del settore turistico, perno dell’economia locale, la ricerca sui “bisogni formativi e sistema formativo integrato all’Isola d’Elba”, realizzata grazie alla collaborazione con le istituzioni e le associazioni di categoria e sindacali, rappresenta indubbiamente uno sforzo di valutazione delle problematiche del lavoro e della formazione secondo una visione integrata e sistemica. Ciò che emerge è essenzialmente la necessità di creare le condizioni di riproduzione delle risorse umane che garantiscono la qualità dell’accoglienza, qualificando nuove figure professionali ma anche rafforzando e consolidando quelle già esistenti in campo turistico, in modo da adeguarle ai mutamenti continui del processo produttivo. Riorganizzazione quindi delle occasioni formative, rafforzando i canali di collegamento tra il mondo produttivo ed il sistema formativo e scolastico, ma anche potenziamento delle occasioni di orientamento e informazione alla scelta del percorso scolastico, formativo e professionale in modo da creare una forza lavoro realmente motivata e consapevole che è il vero motore di sviluppo di un territorio. Uno dei dati più interessanti che emergono dalla ricerca è, secondo l’Assessore Nanni, il fabbisogno professionale rilevato in relazione alle qualifiche più basse, necessità a cui non è possibile rispondere esclusivamente con interventi formativi specifici poiché si basa sulla mancanza di disponibilità da parte dei lavoratori locali a ricoprire figure a bassa professionalità. A questo proposito sarà utile senz’altro compiere una riflessione, approfondendo il tema della riscoperta dei mestieri caduti in disuso che sarà uno dei temi trattati nella Conferenza provinciale sul lavoro. Altro tema cardine per l’Assessore il rafforzamento dei canali di collegamento tra pubblico e privato. In quest’ottica il Centro per l’Impiego si pone come il soggetto più idoneo a raccogliere le esigenze del territorio operando da trait d’union tra il sistema delle politiche formative e del lavoro e il sistema imprenditoriale. Carla Roncaglia rileva l’importanza di intervenire potenziando i servizi e migliorando la qualità di vita sul territorio ma anche intervenendo per favorire la scelta formativa universitaria degli elbani. Non bastano, secondo la vicepresidente, incentivi economici a favore di coloro che decidono di continuare il corso degli studi, ma uno sforzo ulteriore che non esclude quello di portare alcuni corsi universitari direttamente sull’Elba.


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