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Comune, A.P., Capitaneria, lascino salvare ai ferajesi (almeno) i ricci dal cemento

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 11 ottobre 2010

Legambiente Arcipelago Toscano si appella al Sindaco di Portoferraio, alla Capitaneria di Porto ed all’Autorità Portuale: prima di procedere con questa cementificazione che non ci piace per nulla (e con le altre annunciate per il water front) si adotti un po' di quell'amore per la natura dimostrato da quei cittadini portoferraiesi che ne hanno salvato centinaia prelevandoli dai fondali del porto di Portoferraio prima che venissero ricoperti dall’ennesimo gigantesco imbonimento, e si cerchi almeno si salvare le specie protette anche dalle normative italiane ed europeee, magari mobilitando chi, come il Circolo subacqueo Teseo Tesei e i diving center, ha già dimostrato sensibilità verso questi temi. Legambiente da anni porta avanti con Goletta Verde la campagna "Li voglio Vivi" proprio per salvare gli organismi marini, echinodermi, crostacei, molluschi... che sono importantissimi per la salute del mare e per la catena della vita. A Palermo è in corso un workshop sulla conservazione e gestione del riccio Paracentrotus lividus, da Regione, Pescato di Sicilia, con il patrocinio del Ministero dell´ambiente, un centinaio i congressisti, tra cui molti studenti di varie università italiane. Sono arrivati persino dalla Nuova Zelanda per sapere quali strumenti si stanno mettendo in atto per tutelare le popolazioni di riccio di mare. Il riccio di mare vive su fondali da 2 a 50 metri, cibandosi di alghe e piante. Per questo, spesso, si trova adagiato sulla Posidonia oceanica. Non sempre questi echinodermi sono salvi nemmeno nelle aree marine protette, ma in Sicila, nelle Amp del Plemmirio e di Ustica si è notata una vera e propria esplosione demografica. Per salvare i ricci si sta pensando addirittura all´allevamento, chiamato echino coltura, che però è piuttosto complesso e costoso: le uova si fecondano in laboratorio, quindi si formano le larve che vanno a mare. Ma le larve hanno bisogno di due mesi per maturare e devono cibarsi di plancton. Inoltre, le acque non devono essere troppo acide, né troppo fredde. Un decreto del ‘95 fissa le regole di pesca. I ricci devono avere una taglia di almeno 7 centimetri di diametro, la raccolta di campioni più piccoli è vietata. Un pescatore professionale ne può raccogliere fino a mille, cinquanta è la quantità per uno sportivo. Da maggio a giugno è vietata la raccolta. Ma è una misura insufficiente per consentire la rigenerazione dei fondali. Quindi il salvataggio dei ricci effettuato dai cittadini di Portoferraio non è solo un gesto di “amore” per il mare dell’Elba, ma anche per tutto il Mediterraneo e la sua delicatissima vita messa a rischio da uno “sviluppismo” troppo volte insensibile alla bellezza del nostro mare.


Paracentrotus lividus riccio di mare

Paracentrotus lividus riccio di mare