Sala consiliare gremita (qualcuno anche in corridoio); molte presenze inusuali per il Consiglio Comunale di Rio Marina di sabato 20 settembre. Il Sindaco Bosi dopo aver dato informazione della avvenuta perquisizione ed aver fatto una ricostruzione del percorso tecnico è così intervenuto: “Tutto questo accadimento è talmente forte, per i personaggi e per l’eco, che occorre affrontare il problema. Esprimo la mia fiducia ai funzionari e agli amministratori, le cui doti morali sono indiscusse. Le indiscrezioni, gli atti che trapelano rischiano di gettare un'ombra di dubbio, ma l’Amministrazione ha agito correttamente. La correttezza e il rigore morale sono sempre stati il punto d’onore della mia vita politica e lo sono anche per questa Amministrazione. Sono sconcertato da ciò che sarebbe emerso; se tutto ciò verrà confermato, sull’isola agiva un gruppo dedito ad attività di pressione, formato da professionisti disinvolti, imprenditori spregiudicati, giudici, alti funzionari… Io sono garantista e sono convinto che bisogna valutare i fatti dopo che sono emerse le responsabilità. Se ci sono colpevoli, è giusto che paghino. Ciò che inquieta è il polverone mediatico che si è scatenato, con uno stillicidio a puntate (fughe di notizie, atti istruttori che dovrebbero essere segreti…), formando un ciclone che passa e distrugge le immagini delle persone: telefonate, millantatori, illazioni, desideri… aggravato dall’eco degli organi di informazione. Il gioco al massacro dilaga sull’isola, fornendo l’immagine di un territorio dove tutto si può fare senza legalità. Invece, l’Elba ha amministrazioni fondate su solidi principi, che hanno la fiducia dei loro cittadini. Le delegittimazioni e le strumentalizzazioni fanno nascere proposte che minano le istituzioni. A questo gioco non ci sto. C’è un vento che punta a delegittimare la democrazia e la partecipazio-ne della gente: bisogna respingere questo tentativo. (Cita testualmente l’intercettazione pubblicata dal Tirreno n.d.r.) Questa è una calunnia gravissima: io non ho mai parlato con questi signori. Non ho mai parlato con il Giusti. L’unico incontro avuto con il Filippi è stato alla festa dell’Unione Sportiva, ai primi di agosto, dove mi è stato presentato dal Presidente come sponsor. Successivamente ho visto il Filippi nel mio Ufficio, con l’Allenatore e il Presidente, per parlare delle condizioni del campo sportivo e degli spogliatoi. Avrei comunque considerato scorretto intavolare una trattativa di questo genere. Chiunque rilanci queste illazioni con intento diffamatorio avrà una querela. Vi sembra giusto che accadano queste cose? C’è un tarlo, qualcosa che non funziona. Bisogna pretendere che le persone oneste siano riconosciute come diverse dai delinquenti. (APPLAUSI A SCENA APERTA). La politica non è un affare sporco. Tutti dovrebbero far politica. Le opposizioni non devono permettersi il lusso di creare le condizioni per non risolvere i problemi. Non si deve giocare di rimessa di fronte alle difficoltà per farsi belli e farsi grandi. Io mi sono candidato per spirito di servizio; ciò non si può interpretare in maniera equivoca. In questi due anni l’Amministrazione ha lavorato molto, ha lavorato bene per riordinare tutto. Se è avvenuto qualcosa nel periodo commissariale, è colpa di chi ha fatto arrivare il commissario. In questo turbine si cerchi di lavorare serenamente, con la coscienza tranquilla. Io ho sempre dichiarato di voler fare un solo mandato, perché il mio è un innesto innaturale ed è giusto che la politica ritorni nelle mani dei cittadini di Rio. Ma se qualcuno pensasse di organizzare manovre canagliesche per farmi andare via con la coda tra le gambe, può darsi che rimanga davvero!”. (APPLAUSI VIVACI E PROLUNGATI) Per la minoranza è intervenuto il capogruppo Walter Santilli il quale dichiarando di voler essere garantisti fino in fondo ha sottolineato come all’Elba ci sia una situazione anomala, di cui bisogna prendere atto, riferendosi ad un contesto ambientale che ha permesso ad alcuni personaggi di compiere atti illegittimi. Ha poi espresso alcuni principi tecnico-politici che devono essere rispettati nelle operazioni urbanistiche. E’ intervenuta successivamente il consigliere di minoranza Lucia Fasola: Pur condividendo la fondatezza della ricostruzione del percorso tecnico espressa dal Sindaco, penso che il problema sia politico. Tutti noi eravamo già in carica quando, nel luglio 2001, è uscito il dossier su Cerboli, dove venivano fatti nomi e cognomi del comitato di affari (lo chiamavo così allora, lo chiamo così adesso) che stava dietro l’operazione smascherata da Legambiente. Nomi e cognomi di persone che noi conoscevamo benissimo perché avevano operato per quasi un anno nel nostro paese. A proposito, Signor Sindaco, se è avvenuto qualcosa nel periodo commissariale, è colpa di chi lo ha commesso; i reati hanno una responsabilità personale, non retrodatata. (Se uno è un mascalzone, non si può dare la colpa a chi c’era prima di lui!!!). La nostra è una piccola isola, dove le voci corrono in fretta: i nomi dei due imprenditori erano conosciuti. E’ possibile che nessuno, tranne la minoranza, conoscesse queste vicende, sospettasse che Giusti e Filippi fossero la longa manu del comitato d’affari, non vedesse che l’operazione Fil-Giust fosse solo una “perla” della lunga collana che partiva da Cavo, per arrivare a Procchio passando dalle Venelle e dalla Valle dei Mulini di Rio Elba, dal Pontecchio di Porto Azzurro? E’ possibile che nell’esame dei documenti si sia valutata solo la correttezza tecnica, senza neppure guardare chi fossero i protagonisti e quale fosse il contesto? Eppure noi non abbiano mai attinto ad informazioni segrete: avevamo semplicemente gli occhi aperti. Una certa prudenza, vista la nostra dichiarazione di voto, espressa per ben tre volte “Non possiamo votare a favore e ci asterremo perché dietro questa operazione ci sono elementi che non ci convincono”, da parte della maggioranza sarebbe stata inoltre dovuta. Nessuno sconcerto, nessuno stupore, perciò. Da parte mia, ho accolto con sollievo la notizia delle indagini: aspetto con pazienza e con fiducia che le forze dell’ordine e la Magistratura trovino le prove di ciò che fino ad ora era una sensazione, fonte di grossa preoccupazione. Io sono garantista, e non da ora (ricordate la vicenda dei ragazzi?) a differenza di qualcuno della sua maggioranza che, preferibilmente di nascosto, è da sempre molto giustizialista; non farò altre dichiarazioni fino a quando la Magistratura non renderà ufficiale il percorso che è stato fatto e le sue conclusioni. Anch’io credo nella politica, quella vera. Ma non si può incolpare i media di eventuali delegittimazioni della Politica; la comunicazione farcita di indiscrezioni è un fatto nazionale, non elbano (basta assistere a qualsiasi TG…); Signor Sindaco, ieri a Rio Marina alle 11.30 non si trovava più una copia di quel quotidiano. E’ invece una politica superficiale e poco attenta ai contesti generali a provocare situazioni che creano poi la sfiducia. Io ho vissuto la prima Tangentopoli tra Como e Milano, lei a Firenze: noi sappiamo, ma dovrebbero averlo imparato tutti, che non è lecito e non è permesso ad alcuno ricevere soldi per nessuna ragione (né per il partito, né per una grande causa…). Chi, anche ingenuamente, può averlo fatto, si mette fuori dalle regole non solo della legge, ma della Politica. Io credo però che all’Elba ci sia qualcosa che non va, una rete che prende un po’ tutto il territorio, che condiziona molte scelte politiche delle Amministrazioni, che va anche oltre l’appartenenza ad uno schieramento. Ebbene, io dico che bisogna tenere alta l’attenzione e aperti gli occhi. Spero anche che le forze dell’ordine e la Magistratura riescano a fare chiarezza e che i responsabili, da qualsiasi parte stiano, vengano individuati, incriminati e paghino. Infine, Signor Sindaco, chiedo che Lei si unisca a chi, come noi, chiede al Ministro degli Interni di sospendere dal proprio incarico i due Prefetti, perché in questo momento non rappresentano in modo dignitoso lo Stato Italiano e quindi non devono poterlo fare.” Di seguito un intervento del Capogruppo di Maggioranza Enzo Martorella nel quale ha ribadito fondamentalmente tre concetti. Il primo è che la maggioranza non aveva mai sospettato di niente, il secondo è un’interrogativo diretto alla minoranza sul perché non abbia mai detto ciò che sospettava, il terzo è una reprimenda sulla stampa. La replica e la conclusione del Sindaco Bosi sono state una ulteriore affermazione di assoluta estraneità ai fatti e alla conoscenza di quei fatti, ed ha aggiunto che non è possibile discriminare soggetti che chiedono delle autorizzazioni, in assenza di argomenti tecnici. In ultimo il Senatore si è rivolto alla minoranza rimproverandole di non aver mai fatto partecipe la maggioranza dei suoi sospetti sulla vicenda riese.
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