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Controcopertina: Alla ricerca della quercia perduta. Perché no?

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 30 settembre 2010

Cari compagni, il problema posto dai firmatari del documento non può essere ridotto semplicemente alla smania di alcuni compagni di fare ingresso nel P.D., di cui sono stato e sono fortemente critico. Credo che il Partito Democratico abbia fatto un grave errore storico nel momento un cui si è presentato ai cittadini come il partito a forte “Vocazione Maggioritaria” (invenzione Veltroniana) in grado di sconfiggere da solo la destra italiana. Sappiamo tutti com’è finita. Dopo le sconfitte elettorali subite dal P.D. e dalla Sinistra è successo di tutto: opposizione quasi inesistente; frattura insanabile con la sinistra; dissidi nel gruppo dirigente; nuovo segretario ed infine, Rutelli, co-fondatore del P.D. e principale componente del partito della Margherita, ha dato vita ad un altro partito (se l’avesse fatto prima avrebbe risparmiato un po’ di guai alla sinistra). Altri esponenti come Binetti, Carra, Lusetti ecc. sono andati via. Personaggi cioè che non avevano nulla, ma proprio nulla in comune con la storia della sinistra italiana. Il loro unico scopo era quello di portare su posizioni centriste il P.D. L’elezione di Bersani alla segreteria di quel partito ha evidenziato il fallimento di quella politica. Accantonata la politica del “noi da soli contro tutti”, è stata aperta una strada rivolta a sinistra che andrebbe incoraggiata. Non a caso si riparla di nuovo Ulivo. Al fallimento della strategia del Partito Democratico si aggiunge in maniera speculare il fallimento di Sinistra Arcobaleno. Il tentativo cioè di dar vita al grande partito della sinistra italiana in grado rappresentare tutta l’intera sinistra e di competere con il P.D. Rifondazione e i Comunisti Italiani dopo un primo timido tentativo di convergenza sono scivolati su posizioni estreme ed inconciliabili con il resto della sinistra. E così ci troviamo senza una rappresentanza parlamentare e senza alcun peso nella politica italiana. Abbiamo occupato qualche posto nelle istituzioni locali, niente di più. La riflessione che invitiamo a fare è questa: in presenza di due fallimenti, da dove ripartire per battere questo governo e dar vita ad un forte partito in grado di rappresentare i valori e le speranze del popolo di sinistra? Crediamo davvero che le fabbriche di Nichi e il nuovo partito che sta per nascere contribuirà a rafforzare il centrosinistra in grado di battere Berlusconi? Noi non vogliamo rientrare nel P.D. anche perché non ne abbiamo mai fatto parte. Abbiamo posto delle questioni al Partito democratico: 1) rinuncia all’autosufficienza; 2) riaprire il dialogo con le forze di sinistra e progressiste; 3) dare una forte impronta di sinistra, fuggendo dalle posizioni liberiste e rimettendo al centro dell’interesse le politiche sul lavoro ed infine ripristinare l’idea di un partito che sta in mezzo alla gente e non ridotto a comitato elettorale. Le prime risposte di alcuni compagni di SEL di Piombino, francamente lasciano senza parole. Quelle di Sergio Rossi le apprezzo, anche se gli voglio dire che personalmente non ho mai bussato a nessuna porta e mai lo farò. Milito nella sinistra da quando avevo quattordici anni e alla politica non ho mai chiesto nulla se non di costruire una società più giusta. Il PCI era un contenitore, coesistevano Pietro Ingrao e Napolitano, Giorgio Amendola e Giancarlo Pajetta. Erano altri tempi è vero. Ma riusciva a rappresentare tutti, comunque, anche i cattolici democratici. Senza scomodare il PCI, anche la Quercia si proponeva di rappresentare una vasta area di centro sinistra. Erano forse velleitari? Eppure ne sentiamo un po’ la mancanza. Se va avanti un processo di riunificazione di tutto il centrosinistra bene, altrimenti ci ritireremo a vita privata. Noi non vogliamo rompere con SEL. Vogliamo capire dove stiamo andando e se, dando vita all’ennesimo partitino, il fossato con il principale partito di centrosinistra rischia di allargarsi ancora di più. Fraterni saluti Salvatore Insalaco Caro Salvatore Anche io apprezzo il tono del tuo intervento pur non risultandone convinto. Vedi Salvatore, se io abitassi in Germania non voterei per la SPD (partito rispettabilissimo democratico-centrista) ma per i Verdi che rappresentano una sinistra più decisa e che in questo momento i sondaggi danno oltre il 20% (cifre che nessuno avrebbe ipotizzato solo qualche tempo fa) Cosa diventerà S.E.L. se sarà un partitino o altro lo vedremo, intanto nonostante un disimpegno di compagni come te (che stimo) dovuto a legittimi ripensamenti, almeno all'Elba un "partitino" non lo è già più: né per risultati eletterali, né per il numero di persone che hanno fatto una scelta importante come staccare la tessera (che stasera quando si celebrerà la prima assemblea per il congresso in sala consiliare a Portoferraio dovrebbero essere già una settantina), né per la qualità media delle "teste" che ci stanno dentro, né (e questo è un altro fatto confortante) per i compagni "disorganizzati" che continuano ad interloquirci ed a lavorarci dall'esterno. Quindi alla tua domanda "Crediamo davvero che le fabbriche di Nichi e il nuovo partito che sta per nascere contribuirà a rafforzare il centrosinistra in grado di battere Berlusconi?", la mia risposta è: "sì, o almeno può essere io ci spero", chiaramente in un vasto quadro di alleanza democratica. Al contrario credo poco o niente (pur rispettandola) nell'operazione che proponete, e scendendo dalle stelle alle nostre stallette, ma dove vedete la sinistra con cui interloquire nel PD locale? Secondo voi tanto per dirne una si può conciliare l'essere autenticamente di sinistra con lo "sviluppismo" di Tortolini, Anselmi, Mazzei, o dell'ottavo(e più potente di tutti) assessore, del comune di Portoferraio, benedettissimo dalle alte sfere piddine, che da lautamente compensato tecnico governa e fa il bello e soprattutto il cattivo tempo urbanistico a Portoferraio? Colgo infine l'occasione per tornare sulla presunta scorrettezza di Benifei e Ghilarducci. Orbene, quella lettera non era come poteva apparire (e come ho contribuito anche involontariamente pure io a far credere) un documento pubblico, una presa di posizione ufficiale, ma una lettera interna destinata a pochissime persone, uno scambio di idee per quanto discutibile, ed interno. Quella lettera non so per quali vie è giunta a qualcuno dei 25 che me l'ha girata assieme alla risposta, facendomi desumere che fosse un documento pubblico (capita) che non era pervenuto in redazione. Allora Salvatore, chi è entrato a gamba tesa?


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