In un momento in cui l’Elba rischia di vedere definitivamente compromesso il sacrosanto diritto alla continuità territoriale e ad una mobilità decente, perchè dal pozzo senza fondo di Tirrenia non escono i soldi per restituire un mutuo di quasi dieci milioni a Toremar, in un momento in cui c’è un consistente rischio che salti la gara –e magari si perdano i fondi- per la continuità territoriale dell’aereoporto e vengano vanificati tutti gli investimenti regionali, in un momento in cui la scuola elbana viene letteralmente massacrata dagli effetti della controriforma Gelmini, francamente la notizia del vertice e del patto fra i sei colleghi di centrodestra, con relativa apertura di “vertenza”, mi sembra un po’ il valzer dell’orchestra del Titanic, mentre la nave sta puntando la prua verso gli abissi. In primo luogo ai miei colleghi mi sento di dire che quando si vive un momento difficile e drammatico ci si unisce e non ci si divide: le “conventio ad escludendum”, per di più su base politica, sono, per chi rappresenta il territorio, un errore gravissimo. Mai, nei miei cinque anni da presidente della conferenza dei sindaci, mi sarei permesso di fare una simile sciocchezza. In secondo luogo alcuni dei temi della “vertenza”, con tutto il rispetto, ricordano un po’ Cimabue, che facendo una cosa, ne sbagliava due. Sugli assetti istituzionali, cari colleghi, c’è poco da fare: il Governo Berlusconi vuole che i comuni sotto i cinquemila abitanti si mettano insieme. Dovete rassegnarvi all’ineluttabilità di convivere non solo per scrivere qualche documento, ma per governare quotidianamente i problemi. Sui rifiuti è impossibile evocare un nuovo piano provinciale, poiché quest’ultimo, come strumento, non esiste più da qualche anno (legge regionale 61). Basterebbe trovare, con un po’ di buon senso, un accordo tra noi sulle scelte da compiere e lavorarci insieme con Regione e Provincia. Sul metanodotto, ricordo di essere stato, insieme all’altro escluso, Alessi, uno dei promotori dell’infrastruttura. Se ben ricordo, però, qualche mese fa l’assessore regionale Bramerini scrisse ai comuni elbani pregandoli di esprimere la loro volontà in proposito, poiché con l’assoluto silenzio del territorio diventava impossibile sostenere un’operazione così complessa. Mi sembrerebbe ora difficile, con questo vissuto, aprire sul punto una vertenza. Sulle altre questioni bisogna uscire da generiche ed un po’ demagogiche affermazioni e darsi degli obiettivi, ricordandosi che se non si è precisi, puntuali e pragmatici, rischiamo di venire cancellati. Ad oggi, se non ricordo male, manca oltre il 50% dei fondi necessari a sostenere il trasporto pubblico e la Regione Toscana, poiché il Governo ha cancellato il parametro dell’anzianità della popolazione per trasferire i fondi sulla sanità, ha visto sparire centinaia di milioni di euro di trasferimenti, a favore, ad esempio, della Lombardia. L’anno prossimo il mio comune avrà di sicuro 310.000 euro in meno di trasferimenti statali, entrate correnti che coprivano la cultura, il sociale, il turismo, i servizi per i cittadini. In un quadro di questo tipo la vertenza va aperta, ma tenendo presente la realtà ed in maniera molto circostanziata, concreta ed incisiva. Spero pertanto che questa infelice iniziativa dei sei sindaci venga azzerata e si riparta con una vera ed utile piattaforma comune. Se ciò non avvenisse, non si risolverebbe nulla. L’unico effetto positivo sarebbe forse indiretto: che con una simile vertenza, di sicuro si rafforza la voglia di comune unico degli elbani.
titanic