Ma gli interessi degli elbani si fanno dividendo? I sindaci Barbetti (Capoliveri), Bosi (Rio Marina), Bulgaresi (Marciana), Ciumei (Marciana Marina), Papi (Porto Azzurro) e Segnini (Campo nell’Elba) prima sottoscrivono una piattaforma rivendicativa, e solo dopo pensano di allargare il confronto ai colleghi di Portoferraio (Peria) e di Rio nell’Elba (Alessi) «confidando che questi non vorranno far mancare la loro disponibilità a una rappresentazione unitaria della vertenza». In definitiva: “prendere o lasciare”. I “magnifici sei”, bontà loro, riconoscono che «la sofferenza di questo stato di cose è accentuata da una politica di contenimento della spesa pubblica ad ogni livello che limita le prestazioni in campo sociale e sanitario, mentre sono totalmente assenti incentivi agli investimenti». E così lanciano quella che, pomposamente, chiamano “La Vertenza Elba” e la incentrano su: 1).assetti istituzionali; 2).viabilità e trasporti; 3).fiscalità e lavoro; 4).sanità; 5).trasporti marittimi e aeroporto; 6).rifiuti; 7).metanodotto. A me pare che costoro siano partiti col piede sbagliato poiché, con una divisione preventiva, non si promuove proficuamente nessuna rivendicazione né con il governo regionale, né con quello nazionale. Così non si fanno certo gli interessi degli elbani. Lorenzo Marchetti (da Il Vicinato) Caro Lorenzo Lasciami notare una curiosità, tanto tu quanto Danilo avete usato la stessa espressione "partiti con piede sbagliato", che personalmente sottoscrivo, tanto per giungere ad una situazione tripodalica, e tanto per notare che se tre persone piuttosto tra di loro distanti politicamente come il pragmaticissimo Totanino, il riformistissimo Don Lorenzo, il radicalissimo Tardò, si ritrovano una volta tanto a dare un giudizio univoco ci sono delle ottime probabilità che il giudizio sia fondato. Lasciami solo aggiungere un paio di riflessioni: a valutarla bene la vicenda mostra degli aspetti divertenti, dall'ossimoro "uniamoci cominciando col dividerci", fino alla pretesa di chiedere a chi rappresenta più o meno la metà della cittadinanza elbana di "adeguarsi". Il sindaco condominiale marinese, che detta la linea a Peria, è comico come San Marino che dichiara guerra alla Cina. L'altro aspetto deludente di questa faccenda è paradossalmente l'unità nella separazione dei primi cittadini del centrodestra, perchè se non fa certo specie che oltre l'ininfluente Cimabluette e l'eterno capataz vaporino, siano della partita insieme a due autocrati (più o meno bonari) come Barbetti e Bosi, non mi torna che abbiano messo la poppa a questo pessimo vento i sindaci di Campo e Marciana che mi parevano (nella distanza tra il mio ed il loro sentire) obiettivamente rispettosi di chi non la pensa come loro, e poco interessati alla radicalizzazione a quello scontro interno tra le istituzioni elbane di cui, mi parrebbe un poco ipocrita sostenere il contrario, questa vertenza separata è il primo atto.
punto interrogativo