Mentre il discorso sul federalismo arranca sul mistero dei costi c’è un dietro le quinte che sconcerta ancor più e che non può essere assolutamente passato sotto silenzio. In questi giorni il parlamento sta discutendo con scadenza prossima il nuovo testo approvato dal Consiglio dei ministri sul sostegno ai piccoli comuni sotto i 5000 abitanti e alla loro aggregazione. Un tema antico e sempreverde di cui si è tornati a parlare -per restare in Toscana- anche all’Elba e in Val d’Orcia. La nuova proposta riguardante la Carta delle autonomie di cui gli interessati non sono stati coinvolti dà bene l’idea della confusione esistente. Ma veniamo al merito che riserva sconcertanti sorprese. All’art 4 viene detto che ‘Sato, Regioni, Province, unioni di comuni, comunità montane e enti parco assicurano ai comuni l’efficienza e la qualità dei servizi essenziali con particolare riferimento all’ambiente, alla protezione civile, all’istruzione, alla sanità etc etc ‘. L’elenco come si vede comprende le comunità montane che lo stato ha già liquidato passando la palla alle regioni; in che modo potranno aiutare i piccoli comuni? Ma il bello riguarda gli enti parco quindi anche quelli regionali che Calderoli alla chetichella -come si ricorderà- aveva pensato di abrogare e poi altrettanto velocemente rinunciarvi anche se, ad esempio, l’ultimo documento della regione Toscana su tagli e funzioni non lo ha ancora registrato. Dunque i parchi nazionali a cui sono stati dimezzati i fondi e quelli regionali che specie in molte regioni non se la passano meglio dovrebbero farsi carico di una filza di attività e servizi che con quelle del parco c’entrano quanto il cavolo a merenda. Singolare no? Prima dicono che i parchi vanno abrogati o appena tollerati e se vogliono tirare a campare devono cercarsi i soldi e poi gli scaricano sul groppone tutto questo ben di Dio. Ma chi siede nella sala macchine del governo? Chi scrive queste stupidaggini che poi il consiglio dei ministri approva tranquillamente? Possibile che dopo tanti anni non si sia ancora capito che i parchi dove funzionano e possono funzionare sono il soggetto che fornisce il massimo aiuto a quella collaborazione tra comuni specie piccoli che questa nuova e assurda proposta di certo non aiuterà. Ma davvero si pensa che dopo le mazzolate date a regioni, province, comunità montane e parchi queste possano farsi carico di queste sballate proposte? Anche per questo sarebbe bene almeno in Toscana riprendere il discorso sul ruolo dei parchi in rapporto proprio a quelle politiche di programmazione regionale che vanno rapidamente riviste e aggiornate.
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