Apertura della caccia e subito grandi polemiche e proteste, non fra ambientalisti e cacciatori, ma tra quest’ultimi e i cittadini che si sono rivolti a Legambiente per segnalare diversi episodi di violazione delle norme sulla legge sulla caccia. Sia ad Ortano, tra i comuni di Rio Marina e Rio nell’Elba, che a Lido di Capoliveri diverse persone si sono trovate a discutere, a volte anche molto animatamente con cacciatori che sparavano a 50 metri, o anche meno dalle loro abitazioni o che circolavano armati vicino alle case, mentre la distanza prevista dalla legge è di 150 metri. E’ chiaro che qualcosa non funziona nel comportamento dei cacciatori, una minoranza dei quali si dimostra aggressiva ed arrogante con chi protesta e chiede il rispetto delle regole, ma anche la Provincia di Livorno nel determinare le zone cacciabili evidentemente non tiene conto dell’ampliamento delle aree abitate e del costruito diffuso. Non si può tacere l’atteggiamento della parte più talebana dei cacciatori che ha dato un (brutto) segnale prima dell’apertura della stagione venatoria sulla rivista il “Cinghiale” dove i cacciatori della squadra di Capoliveri (e tra loro anche un pubblico amministratore) si lamentano perché il Parco nazionale ha eliminato più di 1.500 cinghiali in due anni e perché loro non possono più cacciare in pace perché troppo disturbati dai turisti, gente che vuole addirittura passeggiare nei boschi fino a novembre, e perché i cittadini si lamentano perché si avvicinano troppo alle case con armi e cani. Significativo il titolo del servizio: “Elba paradiso perduto” e quello all’interno: “l’Elba… Anzi c’erano una volta i cinghiali all’Elba”. «Cacciare qui all’Elba è tutt’altro che semplice – si lamentano su il “Cinghiale” i cacciatori elbani – Gente che si affaccia alle finestre, gente che passa per le strade sterrate, cicloturisti, escursionisti e via di seguito. La stagione turistica non finisce mai: rallenta ma anche in novembre c’è un sacco di gente in giro. Come si fa a cacciare tranquilli in queste condizioni? Poi è logico che la gente ci grida contro!». Insomma, i cacciatori, in un’isola che ha la più alta densità venatoria della Toscana, la regione a più alta densità venatoria (e all’Elba era così anche prima dell’istituzione del Parco nazionale), si lamentano che c’è troppo turismo e che la gente voglia continuare a vivere come prima anche quando inizia la caccia, mentre invece dovrebbero evidentemente essere sospese tutte le attività appena inizia l’attività venatoria. Con questi atteggiamenti e questi “servizi” giornalistici i cacciatori rischiano davvero di essere sempre più percepiti come la minoranza che crede di essere padrona del territorio, che non rispetta le regole, come gli amici dei cinghiali da sparo che hanno portato la devastazione nella fragile biodiversità elbana e distruzione in quel che rimane dell’agricoltura. Forse una maggiore attenzione verso le esigenze della stragrande maggioranza di cittadini che non pratica la caccia e magari non la ama, che vuole essere sicura a casa propria e vivere senza l’assillo della caccia e dei danni provocati dai cinghiali-maialati importati dai cacciatori, non guasterebbe.
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