Incontrare la signora Pertini ha voluto dire incontrare la compagna di un uomo che dedicato la sua vita al rispetto della libertà, dei valori democratici, dei diritti. La compagna di un uomo che un giorno decise di lottare in prima persona contro il regime nazi fascista, e che per questo fu perseguitato. Quello stesso uomo che nel 1960 era a Genova, in qualità di ex capo partigiano, per cercare di fermare gli scontri di piazza tra manifestanti e forze dell’ordine a seguito della contestatissima entrata nel governo Tambroni dell’allora M.S.I. Nonostante i gravi incidenti quell’anno a Genova non ci scappò il morto, anche se la furia della repressione si scatenò in altre parti della penisola, specialmente al sud, e lì sì che ci furono i morti, alcuni pare “giustiziati” dai militari. In quella vergognosa situazione genovese Pertini, come altri esponenti democratici di tutti gli schieramenti politici, rivolse un appello agli italiani perché non rimanessero indifferenti a ciò che stava succedendo all’Italia (nonostante un regime totalitario di destra avesse portato alla rovina e alla guerra il Paese il governo attuale stava decisamente tornando a destra), ma che allo stesso tempo non si lasciassero andare a gesti inconsulti. Incontrare donna Carla ci ha fatto sentire meno soli anche lei è una donna libera e ci ha comunque confermato che “la libertà non è spazio libero, libertà è partecipazione”. Siamo tutti sovversivi? Sicuramente una di più, dato che la signora Voltolina ha accettato la maglietta con su scritto “siamo tutti sovversivi”. Giancarlo Diversi Niente da eccepire se non la necessità di una breve nota editoriale per evitare che si faccia (in perfetta buona fede) un poco di disinformazione storica a sfavore dei nostri più giovani concittadini che già devono fare i conti con una scuola discretamente ignorantella specie sulla più recente (ed a nostro parere più importante) storia. Ci siamo imbattuti perfino in un libro di testo che sparava delle orripilanti cazzate sugli appena conclusi anni 90, confondendo un governo con un altro. Probabilmente l’autore della nota ha sentito dire che successivamente alle sollevazioni genovesi ce ne fu una che fu repressa nel sangue (5 morti, decine forse centinaia di feriti) a Reggio e per questo ha parlato di morti al sud, ma la strage del 6 Luglio 1960 si compì a Reggio Emilia non Reggio Calabria. Alla memoria di quei ragazzi (Lauro Farioli, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi, Marino Serri ed Afro Tondelli) “morti sui vent’anni” come diceva una canzone di Fausto Amodei che si intitolava appunto “Morti di Reggio Emilia” scrisse versi bellissimi anche Pier Paolo Pasolini. E comunque sì, siamo tutti sovversivi specie quando si mette in gabbia qualcuno per reati di opinione. Le opinioni, per quanto sgangherate debbono essere tutte rispettate comunque mai carcerate