La Guardia di Finanza dell'Isola d'Elba a conclusione di un anno di indagini ha denunciato 14 persone alla Procura della Repubblica (che ha provveduto a conclusione delle indagini preliminari alla emissione di altrettanti avvisi di garanzia) contestando loro di aver commesso truffe ed abusi nella struttura carceraria di Porto Azzurro, presso la quale operano e presso la quale sono detenute anche persone che fruiscono del regime previsto dall'art. 21 della legge 354/75. Pesantissimi gli addebiti ad alcuni funzionari della casa di reclusione che in concorso ad alcuni dirigenti di una struttura cooperativa privata (che si occupa del reinserimanto lavorativo dei detenuti) avrebbero per le Fiamme Gialle ed il P.M. Mannucci commesso i reati di concussione, turbativa della libertà degli incarichi, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, appropriazione indebita e reati ambientali. Nello specifico si fa carico agli indagati: - di aver costretto alcuni detenuti a lavorare per un numero di ore maggiore rispetto a quelle effettivamente retribuite, in assenza di requisiti di sicurezza e rinunciando alle giornate di riposo, dietro la minaccia di perdere i benefici di legge e tornare a scontare la pena all'interno dell'emiciclo carcerario; - di aver ottenuto in maniera fraudolenta, attraverso un'offerta al ribasso, l'aggiudicazione di una gara per alcuni lavori sull'Isola di Pianosa; - di aver incassato fraudolentemente fondi europei che sarebbero dovuti servire a pagare prestazioni lavorative ad insegnanti che, invece, non hanno mai svolto lezioni ai detenuti-discenti; - di aver proceduto a fare interrare in suolo privato ed in modo incontrollato inerti e materiali nocivi derivanti dai cantieri edili presso i quali aveva operato la cooperativa sociale. Il comunicato emesso della GdF dell'Elba sulla vicenda termina: "Il complesso quadro probatorio, frutto di elementi di prova emersi, tra l'altro, nel corso di perquisizioni domiciliari eseguite sul conto degli indagati, intercettazioni telefoniche, sequestri, nonchè verifiche fiscali condotte su alcuni soggetti giuridici coinvolti nella truffa, è stato posto al vaglio del Giudice per le Udienze Preliminari di Livorno per le determinazioni di competenza".
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