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Baldetti: Per l'Aeroporto di Campo, uno sviluppo possibile

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 14 settembre 2010

Un aeroporto moderno, funzionante, al passo con i tempi e con le nostre esigenze turistiche e imprenditoriali. E’ ancora possibile, ma serve l’impegno di tutti: comune, privati, Provincia e Regione. Volendo inquadrare sinteticamente il problema si potrebbe affermare che l’amministrazione di Campo nell’Elba si è prefissa i seguenti obiettivi: uscire dall'isolamento nel quale la giunta precedente aveva relegato l’aeroporto rispetto al territorio elbano e alle istituzioni “sovracomunali” (che hanno interpretato l'ostruzionismo e le inerzie del passato nell’ottica assurda della cancellazione dell'aeroporto in luogo di fini prettamente speculativi), non permettere che, in assenza di un progetto alternativo, continuasse a consolidarsi sull'isola la convinzione che per avere un aeroporto degno di questo nome si dovesse inevitabilmente allungare la pista con tutte le devastanti conseguenze sulle aree circostanti. Si è fatta strada in questi anni un’idea sbagliata: lo sviluppo del nostro scalo slegato dalla sua vocazione turistica. Invece di considerare un approccio di tipo qualitativo si è voluto insistere su un “approccio dimensionale”: si possono avere numeri elevati con pochi voli operati con aerei molto capienti o, come noi abbiamo spiegato, con molti voli di aerei meno capienti ma meno impattanti. Ad esempio, se potessimo contare su uno shuttle (anche da soli 20 posti, con una decina di collegamenti al giorno) oltre a permettere grande elasticità di movimento per i residenti, raggiungeremmo comunque un traffico considerevole. Se poi gli shuttle fossero più d'uno, in grado di collegare le principali aree di interesse, avremmo una rete di collegamenti dimensionata sulla realtà locale e poco impattante, sul modello delle isole caraibiche o dell'oceano indiano. Come spesso accade, non basta avere una buona idea ma crearvi intorno il necessario consenso perché le altre amministrazioni e le relative cittadinanze sono state per anni suggestionate da un unico facile teorema: ingrandire la pista. Questo lo si è ottenuto percorrendo due strade: collaborando attivamente con la Regione a un miglioramento dell'infrastruttura, mettendola in condizione di lavorare al meglio anche senza necessariamente raddoppiarne la lunghezza della pista e investendo con e su Elbafly L'aeroporto, nelle ambizioni dell'amministrazione di Campo, dovrebbe diventare un piccolo gioiello dal punto di vista architettonico e tecnico, con tutta la strumentazione necessaria a far lavorare (con meno limitazioni possibile) gli aerei che già oggi vi operano; in grado di essere volano di crescita e apportatore di nuovi posti di lavoro per tutti i servizi che a terra proliferano grazie all'aumento dei traffici, e meno impattante dotandolo di barriere antirumore che proteggano la popolazione residente nelle aree immediatamente limitrofe da un eccesso di frequenza delle operazioni di volo, ma anche vigilando affinché il volo notturno resti solo una possibilità in caso di emergenza L'investire su e con Elbafly, sia garantendo la permanenza di un rappresentante dell'amministrazione all'interno del Cda, sia supportandone le iniziative economiche, ha ottenuto lo scopo di far diffondere e condividere questa concezione di sviluppo, innovativa per l'isola: in un contesto di grande conflittualità interna come quello isolano, l'idea portata avanti da un soggetto terzo e indipendente, guidato da un presidente non riconducibile a correnti politiche o fazioni particolari, è stata più facilmente - anche se non ancora unanimemente - condivisa. E' ovvio che tutti auspicano che nel tempo la cooperativa si mantenga grazie alla propria attività, ma è altrettanto ovvio che, fino a che le si chiederà di svolgere ruoli di supplenza del servizio pubblico (continuità territoriale), e addirittura di lobby finalizzata al raggiungimento degli scopi che stanno a cuore all'amministrazione, il pareggio di bilancio non sarà un obiettivo prioritario ancorché non rimandabile all'infinito. Elbafly, peraltro, ci ha permesso di raggiungere indirettamente altre finalità come la continuità territoriale - che basa il finanziamento statale su un modello di collegamento che è esattamente quello sopra citato (l'aspetto debole del nostro modello infatti è la minore economicità di questi collegamenti operati con aerei di piccole dimensioni, che rendono il contributo statale determinante) e l’investimento di risorse anche di terzi e di altre amministrazioni in un'attività che, comunque, crea posti di lavoro nel comune di Campo e che si auspica accresca tale forza lavoro. Senza dimenticare la dimostrazione fattiva e non solo teorica, grazie all'evento Atr organizzato nel 2009 che ha visto agevolmente atterrare un aereo da 72 posti all'Elba, che dimostra come la lunghezza della pista sia un problema non prioritario ma solo pretestuoso. Senza scordare la volontà della amministrazione di potenziare i servizi per le frazioni di La Pila e Bonalaccia, le più popolose del Comune, ad oggi sensibilmente penalizzate. Frazioni che potrebbero essere inserite in un più ampio piano di sviluppo dell’intera area aeroportuale Ci pare poi che possa anche essere introdotto un programma più ambizioso di collegamento intermodale, che potrebbe facilmente accedere a finanziamenti comunitari: un aeroporto sul territorio, collegato da uno shuttle su gomma o su mini-rotaia al vicino mare campese, dal quale far partire i collegamenti via mare per le più vicine località, distribuendo così i passeggeri con modalità non impattanti, turisticamente accattivanti e quindi vendibili come valore aggiunto, economicamente profittevoli per le attività locali: la Marina di Campo nell'Elba quale fulcro di smistamento merci e passeggeri provenienti per via aerea.


marina di campo aeroporto

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