E' noto che per smuovere le acque occorre che qualcuno getti il proverbiale sasso nello stagno. Mi riferisco alla questione del comune unico, da molti rivendicata ma da nessuno ancora fatta propria. Per questo mi sono preso la briga di acquisire la documentazione necessaria e di predisporre una bozza di proposta di legge di iniziativa popolare, su cui confrontarsi e concretamente assumere le conseguenti decisioni. Per evitare eventuali strumentalizzazioni, ho pensato che i soggetti politicamente più neutri ma ampiamente rappresentativi della società elbana, fossero i responsabili delle associazioni di categoria e dei sindacati, ai quali ho inviato il documento invitandoli ad un preliminare incontro per la fine del mese in corso. L'obiettivo è quello di verificare la disponibilità per la costituzione di un comitato promotore, aperto a tutti (amministratori pubblici, partiti, singoli cittadini), a cui affidare il compito di avviare le procedure per la indizione di un referendum consultivo, previa la raccolta di 5.000 firme fra gli elettori residenti nei comuni interessati. La proposta di legge, contestualmente all'istituzione del nuovo comune, prevede l'estinzione di quelli attuali e dell'Unione, e la successione del Comune Unico in tutti i rapporti attivi e passivi, nelle funzioni e nella proprietà dei beni, prefigurando adeguate forme di decentramento e di partecipazione nella gestione dei servizi pubblici con la costituzione dei cosiddetti “municipi”. I vantaggi sarebbero evidenti e indiscutibili. Basti pensare che il Comune unico dell'Isola d'Elba sarebbe uno dei più grossi comuni della Provincia con numeri e forza sufficienti a svolgere un ruolo importante sia in Toscana che a livello nazionale. Le maggiori risorse, economiche ed umane, che deriverebbero dall'accorpamento delle strutture, da una più efficiente capacità operativa e dalle agevolazioni previste dalla legge ( oltre a quelli previsti dalla Regione, nei successivi dieci anni lo Stato eroga appositi contributi straordinari), potrebbero essere utilizzate e investite per un miglioramento dei servizi e l'apertura di nuovi sportelli anche nelle frazioni dove oggi non sono presenti. La riduzione del numero dei sindaci, assessori, consiglieri e dirigenti potrebbe consentire, inoltre, ulteriori risparmi e un innalzamento della qualità della classe dirigente e manageriale dell'amministrazione pubblica locale. Di tutto ciò avremo tempo e modo di parlarne nelle sedi opportune e con la gente dell'Elba. Una cosa però è certa, occorre muoversi e subito. Le idee e i progetti per il rilancio dell'Isola hanno bisogno di un treno che le faccia camminare. Otto comuni non servono più, anzi, sono d'intralcio per dispiegare le energie e le risorse di cui l'Elba dispone. Per evitare il declino e avere fiducia nel futuro. Questo e non altro è il senso della mia iniziativa, che spero venga condivisa e sostenuta dalla maggioranza dei cittadini elbani.
Elba Mappa 350