Se un ferajese vi dice “hai un capo come una gabbiana” (trad. le tue facoltà intellettive sono parificabili a quelle di un gabbiano – Larus) non è che vi ha fatto un complimento, essendo l’uccello marino citato quivi considerato meno brillante nei ragionamenti di un piccione, un tordo e perfino una gallina. Non fu quindi casuale che definimmo “La Gabbiana” anni fa un soggetto che contemporaneamente proponemmo per l’allora aperto concorso annuale “Premio Fava Lessa” di cui iniziamo a sentire nostalgia. Che aveva combinato costui (se non ricordiamo male di nazionalità Sudafricana)? Portatosi su una appartata caletta isolata con l’avvenente fidanzata, in luogo di farsi una caletta, pensò bene di farsi un’arrampicata (in ciabatte) sulla ripida scogliera retrostante e poi preso dalla paura si fermò a mezza costa incapace di andare in su o in giù, inoltre visto lo spazio angusto nel quale si era rifugiato dovette assumere (e tenerla per ore finché pompieri e protezione civile non andarono a recuperarlo) una poco elegante posizione appollaiata che anch’essa richiamava alla mente il Larus. Incredibile, è risuccesso ieri pari pari e pure sulla stessa costa a poca distanza: una delle varianti era la nazionalità in questo caso ungherese della “nuova gabbiana”. Abbiamo appreso della vicenda al cellulare mentre stavamo mangiando una pizza con dei nostri familiari ed uno ha commentato: “Che ‘un ci se n’ha abbastanza di gabbiane nostrali? Dal Sudafrica e dall’Ungheria bisogna importalle?”
gabbiano primo piano