«Costruire insieme politiche che migliorino la qualità degli interventi sul territorio, ma anche l’uso del territorio fisico, che per la Toscana rappresenta un valore aggiunto decisivo. Questa è l’importanza e la finalità di un confronto con l’Ance». Lo ha detto oggi l’assessore all’urbanistica e pianificazione del territorio Anna Marson, intervenendo alla seduta del direttivo dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili della Toscana in via Valfonda a cui sono intervenuti insieme al presidente di Ance Toscana Stefano Varia e ai componenti del direttivo tutti i presidenti delle associazioni provinciali toscane. «Credo si possa parlare – ha proseguito l’assessore - di una consapevolezza condivisa della necessità di innovare forme e contenuti delle politiche pubbliche relative al governo del territor io, fermi restando i principi qualificanti del ‘modello toscano'». Si tratta per l’assessore di «capire insieme come introdurre innovazioni che siano in grado di costruire un gioco a somma positiva per gli interessi collettivi e per gli interessi degli attori economici presenti sul territorio. La sfida è quella di riuscire a progettare e mettere in campo un sistema di convenienze, economiche e procedurali, per due obiettivi principali: da un lato rendere praticabile la priorità del riuso di aree già urbanizzate rispetto al consumo di territorio agricolo, e dall’altro qualificare l’offerta e aumentare la domanda di edifici e insediamenti con certificazioni energetiche ed ambientali«. «Per un vero cambiamento di rotta – ha condiviso Stefano Varia, presidente di Ance Toscana – è necessario introdurre innovazioni soprattutto in termini di riduzione dei tempi di attuazione degli int erventi e semplificazione delle procedure. Questa esigenza è ancora più urgente alla luce dell’attuale difficilissima situazione economica generale del settore». Nella scaletta a breve termine dell’assessore ci sono, per quanto riguarda lo strumento contingente del piano casa, la convocazione del comitato tecnico e successivamente dei tavoli di concertazione per valutare le eventuali modifiche alla legge regionale. Rimanendo nell’ambito delle urgenze, vanno sciolti i dubbi interpretativi sulla 'SCIA' (segnalazione certificata inizio attività), introdotta dalla Finanziaria, che di fatto hanno rallentato anche il recepimento delle norme nazionali sull’edilizia libera. Dal testo governativo non appare chiaro in particolare che ruolo debba avere la DIA (dichiarazione di inizio attività). «Ance Toscana – ha aggiunto Stefano Varia – si è riservata di proporre precise indicazioni riguardo al piano casa al fine di rendere pienamente efficace lo strumento secondo le iniziali attese di Regione e categorie». «Ma le riforme che più mi premono – ha proseguito Marson - sono quelle strutturali: procedure non ridondanti e tempi standard di riferimento per la redazione degli strumenti di pianificazione; linee guida per i regolamenti edilizi, le modalità di presentazione dei permessi; eventuali parametri comuni per le istruttorie e la valutazione dei risultati; premi volumetrici per la riqualificazione dei margini urbani. Come Giunta abbiamo già iniziato a valutare ipotesi di possibile perfezionamento e innovazione del sistema in essere, a partire da una parziale riscrittura della legge regionale 1/05 sul governo del territorio». «Su questo versante Ance Toscana – è intervenuto ancora Varia - propone che ferme restando le competenze comunali dovrebbe attivarsi un'azione della Regione, non solo impositiva in termini di rispetto dei tempi di attuazione degli strumenti urbanistici, ma anche di consulenza e assistenza agli enti locali, superando comunque tentazioni di ritorno ad una pianificazione verticistica». Accanto al lavoro sulle norme, è necessario promuovere politiche innovative. «Una prima risposta in tal senso – ha spiegato l’assessore Marson - è rappresentata dal progetto della Presidenza regionale per l’insediamento di nuove industrie, che può costituire, in collaborazione con il gruppo di monitoraggio degli strumenti urbanistici in fase di attivazione, il primo nucleo di un riferimento operativo per una più efficace messa a disposizione sul mercato delle aree disponibili già urbanizzate. Una seconda risposta la può offrire la promozione di forme di pianificazione intercomunale capaci di far coagulare veri e propri “progetti di territorio”, in grado di far emergere e valorizzare le diverse specificità socio-economiche e paesaggistiche di ciascuna area. Una terza risposta può essere il supporto ai piccoli comuni attraverso la messa a disposizione dei quadri conoscitivi necessari alla redazione dei piani». «Ben venga qualsiasi progetto sul territorio atto a superare il vero e riconosciuto limite alla pianificazione comunale – aggiunge Varia - e rappresentato dalla scala territoriale di riferimento, laddove il confine comunale appare insufficiente a fotografare la complessità dei fenomeni di mobilità, necessità abitative, degrado ambientale, che si presenta in particolare nelle aree urbane. Questa difficoltà non solo toscana a gestire scelte di larga scala in ambiti comunali ristretti, incide pesantemente anche sulla competitività dei nostri territori e sulle capacità di attrarre investimenti nei confronti di aree europee concorrenti; citiamo ad esempio il modello tedesco di gestione del territorio». Un’altra voce in agenda è «il completamento dell’iter del Piano paesaggistico che avverrà – ha detto Marson che dopo il suo intervento ha ascoltato e risposto alle questioni poste da tutti i partecipanti al direttivo - all’insegna della ricerca di sinergie con i programmi di finanziamento degli altri settori regionali, al fine di rendere effettivamente praticabili le strategie di tutela e riqualificazione dei diversi paesaggi prevista dal piano stesso. Per quanto riguarda, infine, il tema della “qualità progettuale”, più che ad apposite norme legislative stiamo ipotizzando di proporre delle linee guida che possano essere più facilmente perfezionate nel tempo alla luce dell’esperienza».
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