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Controcopertina: Comune Unico dell'Elba? Facciamolo almeno "virtuale"

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 10 settembre 2010

Allora : circa 30.000 abitanti, 223 kmq e ben 8 Comuni. A pensarci bene la situazione sembra ricondurre più ad una Italia dei feudi, dei borghi e delle città-campanile, piuttosto che ad una Italia in Europa ed in un mercato globale. Eppure tanto è. Certo, l'essere il pronipote di quel Giovanni Antonio Parilli che, a suo tempo, nel 1884, guidò addirittura la divisione del Comune di Marciana in due Comuni distinti (Marciana, da un lato, e, dall'altro, Marciana Marina ed altre località) diventando il primo Sindaco della stessa Marciana Marina, potrebbe procurarmi un certo imbarazzo rispetto agli attuali convincimenti, ma posso schierare dalla mia parte il fondato alibi delle diverse situazioni storiche e socio-economiche dell'epoca. Confesso che, oggi, mi crea un ben maggiore imbarazzo il fatto che, trascorsi da allora ben 130 anni e preso atto dei radicali mutamenti politici ed economici mondiali nel frattempo maturati, nulla sia cambiato nella struttura amministrativa e nella gestione strategica dell'Isola d'Elba. Cosciente coerenza ? Ad ogni buon conto, ad interrompere bruscamente questo sottile filo di tenace continuità sono intervenute, recentemente e nel recentissimo passato, normative, leggi finanziarie, autonomie fiscali ed impositive, restrizioni dei trasferimenti statali e vincoli dimensionali, che, nel loro insieme, forzosamente impongono un rapido risveglio ed una lucida, quanto urgente, adozione di nuove e diverse ingegnerie amministrative. Da tempo si discute, nell'Isola, sul cosiddetto “Comune unico”, che, tra l'altro, se la memoria non mi inganna, ho constatato realistico esclusivamente in una “fiction” televisiva di qualche anno fa. Vorrei qui volutamente ignorare la soluzione politica o partitica al problema del Comune Unico, sia perché la ritengo incombenza di altri sia, soprattutto, perché ritengo che le urgenze vitali, per la P.A.L. e per la popolazione, siano altre, di natura più strettamente manageriale ed economica. Il contesto cui mi riferisco è, naturalmente, quello della gestione dei servizi pubblici e di alcune delle più importanti e strategiche risorse turistico-produttive dell'Elba : contesto per il quale oramai non è più vero (ammesso che lo sia mai stato) che “piccolo (e “mio”) è bello” . Da tempo, nelle programmazioni territoriali e socio-economiche, viene consigliato un approccio basato sui “bacini di utenza” e sul raggiungimento di adeguate “masse critiche” e di “dimensioni sostenibili” : l’unico, questo approccio, in grado tra l’altro di garantire, o quanto meno di ottimizzare, redditività alle iniziative economiche e risparmi nella gestione dei servizi Ebbene, oggi, tale approccio cessa di essere solo una linea di pensiero per diventare con forza una imposizione dettata dal mutato quadro legislativo e finanziario di interesse della Pubblica Amministrazione Locale, certamente non solo elbana ma che proprio nella particolare realtà territoriale elbana dovrebbe trovare con maggiore immediatezza soluzioni guidate dal buon senso superando le suicide gelosie o gli egoismi di breve respiro delle piccole realtà comunali. Mi rendo conto che la ricerca delle soluzioni al problema potrebbe anche solleticare quanto mai fantasiose ipotesi demografiche, amministrative o geografiche, ma la consuetudine professionale mi suggerisce di abbandonare teorici quanto irrealistici approcci e di ragionare sulla base delle situazioni reali, delle disponibilità attuali, dei vincoli e dei gradi di libertà oggi sul tavolo. Conforta in ciò anche la consapevolezza dei numerosi quanto fruttiferi campi di applicazione, che qui vorrei ricordare in esemplificativo numero, di una gestione “unitaria” anche con un corretto ricorso a capitali di mercato ed a “partnership” industriali con l’auspicabile controllo della pubblica amministrazione, soprattutto nei comparti maggiormente strategici : • Marine ed aree portuali (individualmente critiche) • Sistemi di mobilità e di continuità territoriale (il caso Toremar ricorda qualcosa) • Ottimizzazione dei plessi scolastici • Gestione e manutenzione del territorio, anche a fini turistici (si pensi ai sentieri attrezzati) • Manutenzione delle reti e degli impianti pubblici L’elenco potrebbe naturalmente più lungo, ma ritengo che sia più che sufficiente per dimostrare quanto di concreto possa essere nell’immediato realizzato senza congelarsi nell’attesa (se non nell’alibi) di un Comune unico dell’Isola d’Elba. Mai come ora, nei settori identificati ed identificabili, il tempo è denaro o risparmio per i contribuenti.


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