Non posso esimermi dal rispondere ad alcuni interventi del collega Bosi, che, in questi giorni, mi ha ripetutamente tirato in ballo. Innanzitutto trovo veramente fuori luogo e, per certi versi imbarazzanti, alcune sue affermazioni sul porto di Rio Marina. Bosi fa una minaccia: se la Regione non mi fa realizzare il porto turistico cancello i traghetti da Rio Marina e quindi mando in crisi il porto maggiore, cioè Portoferraio. In guerra si chiamerebbe attacco preventivo. E’ sorprendente il livello di simili affermazioni, considerato anche che vengono da un uomo con una vasta esperienza istituzionale, di cui ho sempre avuto stima. Come possa un sindaco pensare che un porto pubblico, fatto con i soldi del cittadino contribuente, si cancelli per editto, proclama o minaccia che dir si voglia, non lo so, ma ritengo che dovrebbe porsi il problema, prima di simili asserzioni, di confrontarsi con gli unici soggetti deputati a decidere in proposito e cioè l’Autorità Portuale di Piombino-Elba, la Regione Toscana ed il Ministero delle Infrastrutture. Visto che poi una simile affermazione contraddice totalmente il protocollo da lui firmato nel 2008, con i Comuni elbani, Autorità portuale, Provincia e Regione, forse dovrebbe consultarsi anche con gli altri firmatari. E vengo per l’appunto al protocollo di due anni fa, da lui ripetutamente citato. Il protocollo si dava come obiettivi quello di confermare il ruolo principale di Portoferraio nella portualità commerciale e di potenziare Rio Marina, “con funzione di supporto e riequilibrio rispetto alla situazione attuale e rispetto ai flussi di crescita del turismo”. Per raggiungere tale obiettivo si prefigurava su Rio Marina “un potenziamento degli accosti per le navi di linea” e la risoluzione delle problematiche relative alla sicurezza della navigazione ed alla protezione dello specchio acqueo interno, studiando “la possibilità di adeguamenti e potenziamenti dell’assetto viario”, in grado di evitare l’attraversamento del centro urbano. Ci si dava poi l’obiettivo di valutare le potenzialità di sviluppo di Cavo, anche attraverso servizi di trasporto veloce. Obiettivi venivano poi individuati per Porto Azzurro e Campo Elba. Sul fronte dei porti turistici, si prevedeva su Portoferraio un polo della nautica di qualità e sostenibile, di supporto, con la cantieristica specializzata, a tutta l’Elba e “per quanto riguarda Rio Marina, in coerenza con il potenziamento del porto commerciale, la realizzazione di un porto turistico con servizi alla nautica, riqualificando il water front e le aree del centro connesse e la realizzazione del potenziamento e qualificazione dell’approdo di Cavo”. Misure minori riguardavano Porto Azzurro, Campo Elba, Marciana Marina, Capoliveri. E’ chiaro che ogni sindaco ha, nel concreto, declinato queste intese generali secondo la sua sensibilità ed il suo programma di governo. Portoferraio ha scelto la via della leale collaborazione con Regione e Provincia, ha costruito il progetto di un nuovo sistema della nautica con la massima disponibilità a discutere qualsiasi impostazione, ha sposato uno degli indirizzi fondamentali del Masterplan dei porti regionale e del protocollo stesso, quello della qualificazione a basso impatto ambientale, con un forte legame con il livello locale. Portoferraio ha tenuto fuori dalla pianificazione il porto pubblico, perché vede in esso un’infrastruttura di servizio per tutto il territorio. L’approdo della Darsena, che per piano strutturale vigente, potrebbe arrivare a 350 posti barca, lo ha lasciato così com’è, perché il disegno architettonico mediceo non venisse compromesso. Ha previsto oasi a mare in mezzo agli approdi. Ha previsto il riuso delle volumetrie esistenti. Ha studiato in profondità i problemi della sostenibilità. Cosa abbia fatto nel merito Rio Marina non lo so e non è questione che mi riguardi, ma è chiaro che, al di là del protocollo, rispetto al quale riconfermo in pieno l’adesione ai principi generali, l’intesa con Regione e Provincia non si costruisce con le parole, ma va dettagliata con adeguati atti urbanistici, coerenti agli strumenti della Regione e della Provincia, PIT e PTC. Perché il confronto si sia trasformato in scontro ancora una volta non lo so, ma certo che se quello deve essere il livello dell’interlocuzione, confesso che ad una Grande Elba preferisco la mia Elba piccina, ma rispettosa degli altri.
peria 1