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A Sciambere della telefonata non ascoltata

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 09 settembre 2010

“Buongiorno Signor Rossi vorrei dirle che la nostra compagnia …” Parte come una palla di fucile con la voce squillante a fatica riusco a fermarla: “Scusi .. scusi .. scusi”. Si blocca. “Scusi signorina, ma i servizi telefonici e di trasmissione dati che uso vanno bene, e non ho intenzione di cambiarli, così le evito una perdita di altro tempo, la ringrazio e le auguro buon lavoro …” Attimo di pausa, poi replica gentile: “Non è perdere tempo, grazie e buongiorno a lei”. Deve essere così abituata ad essere mandata a quel paese che un rifiuto netto, preventivo, ma espresso in maniera cortese l’ha presa in contropiede l’ha sorpresa favorevolmente. Ci ripenso dopo aver attaccato la cornetta a quella ragazza che ha chiamato da chissà dove, magari con una laurea in tasca, sicuramente guadagnando pochi spiccioli, certamente senza sicurezza di mantenimento neppure di quella specie di lavoro. “Cara signorina - le dico continuando la telefonata che lei non udrà, perché deve trottare – cara signorina che magari ha l’età della mia figlia minore o forse è una giovane signora come l’altra, e i soldini che prende vendendo linee telefoniche, le servono per tirare su un figlio, cara ragazza insomma, sapesse quanto ho nel cuore lei e tutti quelli della sua età. Guardi, se avessi i soldi mi riempirei la casa di linee telefoniche, farei l’abbonamento a riviste che non avrei il tempo di leggere, comprerei olio extravergine d’oliva sufficiente per soffriggere fino al 2500 … Cara Signorina deve perdonare, se può, queste teste di minchia di adulti sciuponi, inquinatori, egoisti e senza palle che le hanno consegnato un paese così disastrato, così poco solidale, così indifferente. Cara Signorina, vorrei dirle tante cose, ma lei ha da fare, allora riattacco, mi consenta solo una raccomandazione finale: siate diversi”


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