“La Commissione d’indagine regionale sui fatti dell’Elba non può essere uno strumento risolutivo. Un tempo si diceva che quando non si voleva affrontare o risolvere un problema, si istituiva una Commissione”. Questo il primo commento del Vicepresidente Leopoldo Provenzali, in merito alla decisione del Consiglio regionale della Toscana, di istituire una Commissione d’indagine sulle recenti vicende urbanistiche che hanno coinvolto i Comuni dell’Isola d’Elba. “Atteso che compito della magistratura è accertare la verità e colpire gli eventuali responsabili di reati” – ha proseguito Provenzali riferendosi alle vicende che a Livorno e all’Elba hanno interessato l’autorità giudiziaria – “altra cosa deve fare la politica. E il governo regionale non può sfuggire alle proprie responsabilità. Esiste una legge regionale, la 5 del 1995, che ripartisce procedure e competenze senza possibilità di equivoco alcuno. Nessuno può e deve mettere in discussione il potere di autogoverno dei Comuni, così come nessuno deve mettere in dubbio il potere di controllo di Regione e Provincia. Come dire, a ciascuno il suo. Tenendo ben presente la necessità di non insediare meccanismi di neocentralismo regionalista, che non porterebbero alcun beneficio. Anzi, creerebbero ulteriori problemi perché l’Elba non può essere una “cavia” per esperimenti giuridico-amministrativi improvvisati”. “E’ opportuno allora” – ha concluso Provenzali –“che il Presidente Martini si faccia carico di tali situazioni e venga in Consiglio per chiarire quale valido, utile e non punitivo modello, intenda proporre”. Da qui la decisione del gruppo di Forza Italia di non partecipare alla votazione sulla mozione istitutiva della Commissione d’indagine, nel corso dell’ultima seduta del Consiglio regionale.
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