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Il Pallino di Bosi

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 07 settembre 2010

Il pallino di Bosi, ormai l'hanno capito tutti, è quello di raddoppiare la popolazione residente. L'attuale “economia di scala”, come lui la definisce, non regge più e quindi, dinanzi alla crisi che incombe, occorrono non meglio precisate“iniziative straordinarie”. Anche nell'ultima sortita settembrina questo concetto ritorna in maniera quasi ossessiva, infarcito di consigli, che sembrano minacce, e di minacce vere e proprie, come quella di interrompere “motu proprio” i collegamenti marittimi del versante orientale. Una “certa idea dell'Elba”, quella di Bosi, così pomposamente declamata con un tormentone mediatico estivo di cui non si ricordano precedenti, che fa solo intravedere l'insistente rivendicazione di un riequilibrio edificatorio e la chiamata alle armi contro una marea di nemici, capeggiati dalla Regione e da una “agguerrita sinistra rosso-verde”, fautori di un “modello per soli pensionati e vacanzieri pretenziosi”. Tutto qui. Se c'è qualcuno, quindi, che parla al vento e“glissa” sulle questioni di fondo che interessano il presente e il futuro dell'Elba, non sono i sindaci del centrosinistra, i quali hanno detto no alla bislacca idea di portare gente prima ancora di creare lavoro e comunque no ad una ulteriore e devastante distruzione del territorio, ma è proprio il sindaco di Rio Marina che evita di entrare nel merito dei problemi e di confrontarsi con le proposte altrui.. Se Bosi avesse la modestia di scendere un momento dal piedistallo su cui si è assiso per menare fendenti a destra e a manca (poco a destra molto a manca) e pontificare giudizi sui propri colleghi, proni e genuflessi, secondo lui, ai voleri del Granduca di Toscana, forse si potrebbe cominciare a discutere con maggiore serenità e concretezza su quanto e cosa è possibile fare. So perfettamente che la mia visione del mondo è lontana mille miglia da quella di Bosi e che la “linea politica per far sistema non è neutra”, ma intanto, visto che le condivide, perché non misurarsi sulle 8 o 9 idee di Peria e, seppure “meno incidenti”, su quelle 3 o 4 che mi sono permesso di suggerire? Chiedere alla Regione di aprire un ufficio sui problemi dell'Arcipelago e mettere insieme i parlamentari toscani per far approvare al più presto una legge di grande rilievo socio-economico per le isole minori, può trovarci d'accordo oppure no? Non c'è, forse, anche qui lo spazio e l'occasione per aprire quella che Bosi chiama “vertenza Elba” con i livelli di Governo Regionale e Nazionale? E il referendum per il Comune Unico, che è tutt'altro che una “scorciatoia”, possiamo farlo per definire una volta per tutte se gli elbani lo vogliono o no? La mia convinzione è che senza uno strumento istituzionale unitario, rappresentativo di tutto il territorio e capace di decidere, non c'è progetto che tenga, così, come fino ad oggi, l'esperienza dimostra. Non si tratta di imporre nulla a chicchessia, ma di offrire agli elbani l'opportunità di discutere e di decidere democraticamente su una delle questioni più dibattute e presenti nel confronto politico degli ultimi anni. Mi piacerebbe, tra l'altro, che Bosi non si limitasse solo a pur nobili dichiarazioni unitarie, ma andasse oltre, lavorando, magari, per evitare l'affossamento definitivo dell'Unione o aderendo alla gestione associata del piano strutturale o, se tutto ciò per lui è indigeribile, si pronunciasse contro la decisione di Papi di chiudere la discarica del Buraccio, evitando conseguenze disastrose anche al proprio comune. Una proposta, inoltre, per il porto di Rio Marina, che Bosi ha sempre considerato di sua esclusiva competenza e che oggi invece scopre essere di valenza comprensoriale. Bene, allora convochi una riunione di tutti i sindaci per conoscere nel merito le osservazioni della Regione e poi chiedere, se c'è accordo, un incontro alla Regione stessa dove verificare possibili mediazioni sulla realizzazione dell'opera prevista dal comune. Certi consigli, infine, Bosi può riservarli a sé stesso e al suo schieramento politico, visto che proprio lui sarà prima di altri “chiamato a render conto del suo operato” e non è detto che sempre le ciambelle riescano con il buco. Ma questo è un altro discorso, ora c'è da rimboccarsi le maniche e lavorare: per il bene dell'Elba, per il suo futuro.


danilo alessi

danilo alessi