Ci voleva un cognome col pedigree come quello di un Berlinguer per risvegliare l’assessora Bramerini sul tema Pianosa, come se prima non fosse esistita. E allora il solito giro di frasi fatte e luoghi comuni senza mai affrontare il “core business“, come si dice ora, e cioè che Pianosa fa parte integrante di un comune elbano, Campo nell’Elba, della ex Comunità dell’Arcipelago toscano, della provincia di Livorno e quindi anche della Regione Toscana: non è un laboratorio per le sperimentazioni dell’uomo del Parco né tantomeno per i fautori del nucleare o per gli amanti dei tempi passati carcerari ma potrebbe essere un motore dello sviluppo non solo turistico dell’Arcipelago toscano e una ricchezza da utilizzare da parte dei legittimi proprietari. Pianosa deve ritornare al comune di Campo nell’Elba, basta coi fossati intorno al castello, basta coi ponti levatoi tirati su a discrezione del Castellano, basta coi numeri contingentati ma soprattutto basta col decadimento fisico e ambientale dell’isola più bella dell’Arcipelago. Pianosa deve ritornare nella disponibilità del Comune di Campo e della Comunità dell’Arcipelago senza più i vincoli degli usi civici e del demanio di qualunque genere e poi sarà il Comune che con i suoi rappresentanti eletti democraticamente, d’intesa con le altre istituzioni del territorio a deciderne la sorte e risponderne dell’utilizzo che sarà comunque certo migliore di quello ad oggi praticato, senza interventi come se fosse una colonia, quando del Governo quando del Parco mai dei cittadini campesi o elbani in genere. E allora la Toscana con la sua assessora pensi ad una legge per la valorizzazione dell’isola per la sua liberalizzazione al turismo pur sempre eco contenibile, alle antiche coltivazioni e con il Comune, il Parco, la Sovrintendenza e le altre istituzioni del territorio programmi la rinascita di un’isola con una ricchezza da valorizzare e non da umiliare con carceri costosi o centrali nucleari o con vincoli assurdi ma anche per creare opportunità di lavoro in tantissimi campi e non solo di turismo per i tanti giovani costretti a cercare occupazione in continente ed ad abbandonare l’Elba e l’arcipelago toscano sempre più senza prospettive di sviluppo di occupazione. Questa è la battaglia del federalismo che vorremmo vedere intraprendere dalla nostra assessora sicuri che farebbe contenta anche la sua collega Marson perché di cemento a Pianosa non ce n’è bisogno: ce n’è anche troppo, anche sottoterra, basta recuperarlo ad altri fini!
Pianosa Paese