Mi sono imposto il silenzio, per tutto il mese di Agosto, per ascoltare le reazioni al mio libro “Una certa idea dell’Elba”. Ormai siamo a Settembre e vale la pena dare qualche risposta ai tanti commenti che vi sono stati e che mi aspettavo. Ho una grande considerazione per il ruolo dei Sindaci perché – a differenza dei commentatori di qualunque tipo – si assumono la diretta responsabilità degli atti di governo. Ecco perché li ringrazio per i loro interventi, anche quelli in dissenso con ciò che ho voluto dire. Semmai mi meravigliano i silenzi di alcuni rispetto ad un dibattito sul futuro dell’Elba,che è comunque salutare in un momento così delicato e cruciale che può preludere ad un declino, forse irreversibile. Condivido quasi tutte le 8 o 9 idee del Sindaco Peria, mentre trovo un po’ meno incidenti quelle di Alessi. Tuttavia entrambi glissano, volutamente o no, sul problema dei problemi. Mi riferisco alle questioni di un’economia di scala che non regge più con gli attuali numeri dei residenti. La crisi incombe e – non nascondiamocelo – servono iniziative straordinarie. Ecco perché credo si debba aprire una vertenza Elba, con i livelli di Governo Regionale e Nazionale, che affronti i nodi cruciali di una crisi che chiede decisioni e risposte forti. E’ in gioco l’avvenire di tanti giovani che reclamano un futuro sulla propria terra a dispetto di quanti difendono un modello di piccola Elba per soli pensionati e vacanzieri pretenziosi. Il problema sta proprio nel definire il modello di sviluppo che vogliamo per la terza isola d’Italia uscendo dalle incertezze e le non decisioni. Domando a Peria: per quale motivo l’Elba, che nei mesi estivi riesce ad ospitare, in contemporanea, quasi 250 mila persone, non potrebbe avere più residenti per 12 mesi l’anno? Si replica che mancano i depuratori, l’acqua, lo smaltimento moderno ed efficiente dei rifiuti, una nuova viabilità. Ebbene non sono forse questi motivi validi per aprire una sacrosanta vertenza? Ai colleghi Peria ed Alessi, entrambi super interessati al problema, rivelo in anteprima che sto seriamente valutando di rinunciare al porto Commerciale di Rio Marina e quindi ai traghetti. Proprio così. Non posso essere l’unico a credere in questa infrastruttura di cui Rio Marina non è certo l’unica beneficiaria. Sono passati anni di studi, progetti, protocolli d’intesa, documenti programmatici fino all’ accordo per il finanziamento dell’opera da parte del Ministero delle Infrastrutture. Con stupore leggo oggi le “osservazioni” della Regione che parlano, a proposito del Porto in questione, di “insostenibilità ambientale per l’eccessiva quantità di inerti necessaria all’esecuzione della diga foranea ed annessi”. Sic! Ed inoltre “la strategia globale della portualità non può prescindere …. dalle esigenze infrastrutturali di rete stradale anch’essa di tipo globale”. Tradotto in soldoni l’opera non s’ha da fare. Il teorema è quello che nuovi porti non sono sostenibili? poiché nessuno costruirà una nuova rete viaria, ecco… la piccola Elba. Quando dopo Porto Azzurro anche Rio Marina chiuderà i battenti si approderà solo a Portoferraio. Allora i problemi della viabilità si dissolveranno d’incanto? Perché non sono valse queste osservazioni ostative anche per il potenziamento degli altri porti? Se non vogliamo peccare d’ingenuità ammettiamo che sta prevalendo la linea del non far niente ovvero di meno turisti all’Elba, mentre quadruplica la costa livornese in posti barca, residenze e alberghi. Ritorna il detto che tutti sono uguali, ma ci sono quelli più uguali degli altri. Insomma, non nascondiamoci dietro ad un dito, la linea politica per fare sistema non è neutra come non sono neutre le polemiche sulle seconde case ( i sindaci sanno bene cosa succederebbe se non ci fossero, non solo per i bilanci, ma anche per i cittadini), sui poteri dei Comuni, sulle ricette istituzionali. Mi permetto di consigliare a Peria ed Alessi un momento in più di riflessione. Anche per il bene del loro schieramento politico che sarà presto chiamato a rendere conto del loro operato per l’Elba. Non accade tutti i giorni di vincere, com’è accaduto a Portoferraio, perché gli avversari si dividono. Possibile che il centro-sinistra si trovi sempre dall’altra parte rispetto a chi vuol lavorare per l’Elba e per gli elbani? Il caso Fragai insegna, così come il fallimento dell’Unione dei Comuni. Ci pensi bene chi vuol scegliere la scorciatoia del referendum per il Comune Unico perché l’elettorato elbano sarà pur distratto, ma non è stupido.
rio marina porto