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Controcopertina: L’Arcipelago, Pianosa e il parco

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 03 settembre 2010

L’assessore Anna Rita Bramerini è intervenuta molto opportunamente sulle ‘troppe idee rimaste sulla carta’ per Pianosa e anche di quelle che è bene ci siano rimaste. Intanto all’Elba si fa sempre più serrato il confronto tra le istituzioni locali sul futuro dell’isola a cui sono stati dedicati anche alcuni libri che hanno il merito di rendere comunque meno vaghi i termini del dibattito. Tra le specificità della situazione spicca ovviamente quella appunto di essere un’ isola a cui una legge nazionale ormai stagionata come la 426 fa riferimento ( appunto le piccole isole) ma che è stata sostanzialmente ignorata anche per altri aspetti ( coste, alpi, appennino) e che ora troppi continuano ad eludere. Così le vicende elbane restano chiuse in una dimensione ‘locale’ e al massimo e molto faticosamente regionale come ci ha ricordato l’intervento dell’assessore Bramerini. Che la mancanza di riferimenti alle responsabilità dei governi nazionali sia mera furbizia o meno per scaricare su altri le colpe non cambia il quadro. Oggi non c’è dimensione locale specie se si tratta di piccole isole (ma anche grandi) che può eludere le sue connessioni ed intrecci con il contesto nazionale ed anche comunitario. Non vale insomma solo per la pastorizia sarda. Ma io vorrei cogliere e soffermarmi sulle connessioni istituzionali che il dibattito apertosi sembra cogliere soltanto in parte. Se non sbaglio c’è anche chi ha pensato ad una provincia elbana per dare ai vari comuni un referente più affidabile. Curiosa ipotesi nel momento in cui si sta mettendo mano alla smantellamento di alcune piccole province proliferate negli ultimi anni proprio in isole come la Sardegna. D’altronde anche per i comuni specie se piccoli ci si sta chiedendo e da tempo se non sarebbe opportuno trovare forme di collaborazione più efficaci in grado di stabilire con la provincia, la regione ed anche Roma confronti in cui si sia in grado parlare una sola lingua a prescindere dalle diverse maggioranze di governo. Un solo comune nell’isola è un’altra delle ipotesi che è tornata a far discutere. L’idea che ognuno è padrone in casa propria come declama uno giorno si e l’altro pure la lega è, infatti, una balla niente affatto federalista. Casa propria all’Elba è anche il Santuario dei cetacei una dimensione internazionale e soltanto qualche buontempone può pensare di gestire in proprio le megattere e la foca monaca. Tutto ciò è tanto più evidente se si considera che un punto caldo del confronto in atto riguarda nientemeno che la prospettiva di passare da 30.000 e 60.000 residenti magari dediti ai casinò e altre amenità del genere. Ora tra le ipotesi meno strampalate che circolano vi è innegabilmente quella che guarda alla regione con la speranza che lì si possa istituire una sorta di ufficio per l’Elba al cui tavolo possano sedere tutti i soggetti interessati. Questa ricerca volta a superare l’isolamento e ancor più la frammentazione sembra ignorare però -o quasi- il ruolo locale-nazionale che può e deve giocare il parco nazionale dell’Arcipelago e il suo piano. Che la questione sia sovente da qualcuno liquidata con l’argomento che si tratta di roba calata dall’alto non fa più neppure sorridere. Il piano del parco è stato approvato dalla regione che approva e mette becco anche nei piani regolatori o sulla apertura di una strada. Il piano del parco offre all’Elba la possibilità di mettere becco significativamente anche in vicende appunto restate sulla carta come Pianosa, Montecristo e molto altro. Sono cose che le amministrazioni elbane di destra o di sinistra che siano possono permettersi il lusso di ignorare? Il parco come ormai conferma una consolidata esperienza e non solo in Italia è strumento fortemente aggregante specialmente per i comuni che attraverso la Comunità del parco possono essere coinvolti in scelte dalle quali altrimenti sarebbero tagliati fuori. Visto che qualche volta gli amministratori elbani si sono recati in visita in parchi francesi –ma le 5 Terre sono anche più a portata di mano- hanno avuto l’impressione che i colleghi francesi facessero altrettante storie nei confronti dei parchi? Ecco, a meno che si creda come qualcuno ha creduto nel recente passato anche in regione che al governo del territorio e alla sua programmazione i parchi o i bacini è bene non partecipino direttamente e su un piano di pari dignità sarebbe bene e alla svelta ingranare un’ altra marcia anche all’Elba.


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