Torna indietro

A Sciambere: Crocifisso ad un radiatore

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 02 settembre 2010

Una serata come le altre, anzi tranquillamente più gradevole trascorsa tra amici (e compagni) a casa di Hermes alle Solane, in un posto lontano dalle (troppe) luci elbane, sotto un cielo lucidato dal vento fresco che proponeva una stellata clamorosa. Il ritornarsene guidando pigramente piano scosso dall'incrocio sulla variante di un'autoambulanza lanciata a tutta velocità seguita di lì a poco dai Vigili del Fuoco e da un'auto delle Forze dell'Ordine. Troppa roba .. iniziamo a temere che sia successo qualcosa di grave, una telefonata al 118 conferma sinteticamente: incidente stradale a Mola, uscita in codice rosso, scontro tra una moto ed un'auto due feriti, uno molto grave. Cambio di programma, il letto deve attendere: seguiamo a distanza di qualche minuto i mezzi di soccorso 7/8 minuti e siamo a Mola sul teatro dell'incidente, risaliamo a piedi la fila delle auto già bloccate raccogliendo qua e là brandelli di cronaca: "Lui è ..." ed emergono un nome e un cognome familiari, conosciuti " ... lo stanno rianimando" e tre passi oltre "la ragazza è ancora per terra è cosciente". Ci avviciniamo ancora pronti ad esibire il tesserino, poi vedendo il gruppetto che continua a fare concitate manovre sul corpo inanimato, che c'è un casco insanguinato sull'asfalto, non ce la sentiamo di avvicinarci ancora, anzi scattiamo una foto da più distante perchè sia, almeno lei più pietosa, e ce ne andiamo, abbiamo visto abbastanza, e via prima che il crudele teatro proponga l'urlo nero di una madre che va incontro al figlio crocifisso su un radiatore. Pensiamo guidando, abbiamo scomodato Quasimodo perchè ancora una volta ci mancano le parole giuste, originali, anzi ci mancano le parole tout-court. Quella che di lì a poco uscirà dal PC sarà una cronaca asciutta quasi asettica. Ci penseremo domani a ragionare, sempre che, di fronte ad una simile tragedia, ragionare si possa. Un paio d'ore di sonno ed arriva, con un senso di nausea, il mattino. Leggiamo un altra cronaca diversa "in quel rettilineo maledetto della provinciale". Già, maledetto perché, comprendiamo il senso, troppo spesso è stato teatro di spaventosi incidenti, ma dieci, cento volte più maledetti siano quei mostri stronca-vita, quelle mandrie di cavalli feroci pronte sempre a scapparti di sotto il culo, belve in costante agguato pronte ad inventarsi traiettorie di morte anche per quelli bravi, anche per quelli che non pensano mai che dietro la curva c'è un radiatore pronto a crocifiggerti come un povero Cristo. Basta, basta, basta!


Cristiano Mocali

Cristiano Mocali