Dopo aver inserito il Volterraio nelle priorità del proprio impegno per la tutela dei nostri beni, averne pulito i sentieri dalle “casermette” e dal “trincerone”,aver sensibilizzato l’ESA fino ad ottenere che venissero installati i contenitori per la spazzatura,aver organizzato escursioni e partecipazioni al Walking festival del PNAT offrendo degustazioni di prodotti tipici agli ospiti, aver proposto allo stesso PNAT una stretta collaborazione per individuare una qualche soluzione per almeno mettere in sicurezza,ITALIA NOSTRA sezione Isola d’Elba e Giglio ,con i suoi 80 soci, si mobilita. Siamo stanchi di sentirci dire che non ci sono risorse;le risorse vanno trovate. In una calda estate in cui la sbornia di presentazioni di alcuni libri sull’Elba che “danno veramente l’idea…” funge da pretesto per scaricarsi da chiare responsabilità di malgoverno del territorio , ancora una volta abbiamo sentito dire che l’acquisto del Volterraio da parte del PNAT è stato un grave errore. Premesso che a nostro avviso tale affermazione è fuori luogo,soprattutto perché detta da chi avrebbe dovuto invece preoccuparsene, ci si chiede quando smetteremo finalmente di puntare il dito sugli altri e capiremo una volta per tutte che ,se il problema esiste,va affrontato ,tutti insieme,costruttivamente senza voltarci indietro. Oggi il Volterraio è un bene di proprietà del PNAT. Il PNAT non ha le risorse per gli ormai improrogabili interventi di manutenzione. C’è un progetto molto dettagliato dell’Università di Pisa;riprendiamolo,aggiorniamolo,apportiamo tutte le correzioni che la stessa Direttrice del PNAT, giustamente, ritiene necessarie affinchè si possa poi arrivare ad una fruibilità che in qualche modo permetta , dopo un attento studio di fattibilità e relativo piano di business, un possibile autofinanziamento a regime. Con tale dossier il PNAT cerchi il finanziamento;troverà la nostra Associazione,il FAI,l’opinione pubblica,la popolazione elbana al suo fianco. Posso assicurare che la bellezza dei tramonti,i precipizi e le pareti rocciose di rosso diaspro,i cuscini spinosi di ginestra aspalatoide e lo splendido,unico cisto marino del Volterraio ci stimolano molto di più della delittuosa scientificità con cui alcuni nostri amministratori si impegnano nella svalorizzazione del nostro territorio e dei nostri beni architettonici. Il Castello è stato oggetto,nei secoli,di innumerevoli attacchi ma “per quanti tentativi facessero in allora”, scrive lo storico elbano Giuseppe Ninci, “per far cadere il Volterraio, non poterono riuscirvi in alcun modo”. CERCHEREMO DI RESISTERE ANCORA.
castello volterraio da vicino