Ho letto con attenzione il libro “Una certa idea dell’Elba”, del sindaco di Rio Marina, Francesco Bosi e a questo proposito devo dire che con lui innanzitutto condivido l’idea di un progetto unitario per risolvere i problemi dell’Isola d’Elba. Da anni mi batto per questo obiettivo. Riguardo all’analisi socioeconomica di Bosi in linea generale posso essere d’accordo, così come sulle questioni dei rifiuti, delle energie rinnovabili e della depurazione della acque. Però devo dire che nel complesso l’immagine della crisi dell’Elba che Bosi tratteggia nel suo libro mi pare non contestualizzata, come se la crisi fosse solo un problema elbano e non fosse invece la conseguenza di una crisi più complessa su scala nazionale! Nel libro emerge poi anche una eccessiva autoreferenzialità e una visione fortemente municipalistica così forte, che si rivela anche in alcune appropriazioni dei luoghi di origine di alcuni dei più grandi personaggi elbani, come Ilario Zambelli e Oreste del Buono. Quello che però mi sfugge della posizione di Bosi è come faccia a esortare gli elbani verso un progetto unitario comprensoriale, se poi nei fatti lui stesso e il suo Comune sono stati assenti ai tavoli di concertazione più importanti, dicendo “no” alle gestioni associate, al piano strutturale comprensoriale e al comune unico. Nel libro inoltre non c’è nemmeno una visione unitaria del versante minerario, perchè facendo riferimento al potenziamento del porto, alla valorizzazione del patrimonio demaniale e ad un quadro di infrastrutture e servizi, non solo non c’è nessun richiamo ai rapporti con gli altri comuni del versante ma oltretutto gli altri comuni neppure sono stati coinvolti su tali scelte, e mi riferisco in particolare a Rio Elba, che più di altri, per contiguità territoriale, subirà gli effetti di tali profonde trasformazioni. Inoltre nel libro trovo anche preoccupante la tesi che emerge di complotti ai danni dell’Elba, ordita da vari attori: la sinistra rosso-verde, lo pseudo ambientalismo, la Regione, i sindaci servitori, l’elite imprenditoriale e certi poteri forti non chiaramente definiti. Ho notato però come stranamente in mezzo a tutti questi “nemici” Bosi eviti accuratamente di citare il governo, il potere statale- di cui egli per anni ha fatto parte e che anche attualmente lo vede impegnato, adesso come parlamentare- che con le nuove manovre finanziarie toglie sempre più poteri ai comuni e penalizza le isole con le decisioni di eliminare alcune agevolazioni o con la riduzione di servizi essenziali come le Poste, il Catasto, il Tribunale, la Scuola. L’operazione che Bosi ha fatto nel suo libro mi pare soprattutto un appello al vittimismo , anzichè un modo per risvegliare l’orgoglio elbano. Si tratta però di un vittimismo dannoso che spesso alimenta le nostre divisioni e le nostre difficoltà progettuali. Io sono il primo a sostenere che occorre chiedere alla Regione più attenzione e sensibilità verso i nostri problemi, ma mi pare assurdo ed eccessivo ritenerla ostile all’Elba e agli elbani e addirittura causa dei nostri mali. Bosi propone anche di raddoppiare la popolazione elbana ma come si può immaginare un’Elba con 60 mila persone? Già ci troviamo in difficoltà per vari servizi nella differenza fra l’inverno e l’estate, un’operazione di tale tipo stravolgerebbe completamente anche tutta la fisionomia della nostra isola e questo significherebbe davvero riversare una quantità assurda di cemento. Dato che l’economia dell’Elba è principalmente il turismo dobbiamo partire proprio da qui per creare condizioni di lavoro più stabile e diffuso attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico, collegamenti più efficienti e meno costosi, il recupero e il rivitalizzazione dei centri storici, un’agricoltura di qualità, politiche della formazione e dell’accoglienza, investimenti nei servizi e nelle infrastrutture, attività produttive complementari e collegate all’industria turistica Io credo che invece sia il momento di fare meno proclami e di chiedere invece ai nostri parlamentari, a cominciare da Bosi, di attivarsi per l’approvazione della proposta di legge sulle isole minori. E alla Regione si può chiedere di istituire un ufficio che si rapporti costantemente alla realtà insulare e alle sue specifiche problematiche. Sulla semplificazione istituzionale, che significa comune unico, sarebbe necessario finalmente passare dalle parole ai fatti, istituendo un comitato bipartisan con chi ci crede, per avviare le procedure di un referendum consultivo su una proposta di legge d’iniziativa popolare. C’è bisogno anche di cominciare a discutere sulle gestioni associate, previste dalla legge regionale ma oggi anche imposte da legge statale, per avviare un discorso serio fra comuni nell’ organizzazione di servizi e funzioni di rilevante importanza per la vita dei cittadini. Su questi e altri temi affini mi piacerebbe conoscere anche il parere di Bosi.
Alessi Danilo Ghiaie