Se finora abbiamo taciuto – afferma il WWF – non è certo per disinteresse, ma per il totale sconcerto che ci riusciva difficile fronteggiare. Dopo quasi dieci anni di chiacchiere siamo tornati al punto di partenza. Era il lontano 2002 quando registravamo (http://sites.google.com/site/wwfelbacapraia/comunicati/co-canile-02) l'abbandono del progetto di localizzare il canile dentro una foresta demaniale di elevato valore ambientale e paesaggistico. Alla fine si è giunti alla localizzazione a Colle Reciso, pensavamo che di lì a poco l'Elba avrebbe avuto il suo canile, ma al di là delle belle parole con cui ne viene riconosciuta la necessità, di fatti non se ne sono ancora visti. E' una vicenda che ha del tragico. Tragico apprendere ora che ci sia ancora qualcuno contrario alla scelta di Colle Reciso, quando all'Elba non ci si fa alcuno scrupolo di pianificare dentro e fuori le cave, nelle pinete, nella macchia mediterranea, colate di cemento da destinare a residenze recettive e turistiche per un turismo che ormai è più che in declino ed in nome di un fantomatico “sviluppo” che è solo sinonimo di cementificazione. Tragico apprendere che con l'atto di indirizzo dello scorso giugno il Comune di Capoliveri abbia sollevato perplessità sulla mancanza di rete idrica nell'area e sulle garanzie di insonorizzazione, circostanze che dovrebbe essere il progetto esecutivo a prendere in considerazione. Tragico constatare una tale mancanza di senso di responsabilità quando ci giungono decine di segnalazioni di colonie feline non più controllate, segnalazioni di avvistamenti nelle macchie tra il territorio di Portoferraio ed il riese di gruppi di cani inselvatichiti: vorremmo far rilevare come una tale situazione ponga problemi non solo relativi alla tutela degli animali, ma anche di ordine igienico sanitario per la facile propagazione di malattie anche trasmissibili all'uomo (dalle parassitosi alla rabbia, per esempio). Non è possibile lasciare queste situazioni all'impegno e alla costanza di pochi volontari con scarse strutture e ancor meno risorse. Non è possibile continuare a violare in maniera sistematica i principi della Legge Regionale 59/2009 sulla tutela degli animali che fa carico ai comuni di provvedere “alla costruzione o al risanamento dei canili sanitari o rifugio”. Peraltro questa legge precisa che la conformità del progetto alle caratteristiche costruttive previste dalla legge deve risultare “da una relazione tecnica redatta dai competenti uffici comunali”: è inutile quindi continuare a passarsi la palla su chi deve garantire cosa. Per concludere, nel Comune di Firenze il cui Assessorato per l'Ambiente ha istituito un “ufficio per i diritti degli animali” e che citiamo ad esempio solo perché è una realtà che ben conosciamo, il canile Municipale non è relegato in una cava o su una montagna: è nella periferia urbana della città. Nessuno se ne lamenta più di tanto. Per questa incresciosa situazione che si è venuta a creare, ci appelliamo alla Regione affinché richiami le amministrazioni elbane a quel senso di responsabilità che sembra essersi perso.
cane canile pietoso