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Alessandro Mazzei (PD) rivedere la 394 per un Parco Utile e Possibile

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 25 agosto 2010

Le valutazioni che Giovanni Frangioni riprende, a distanza di qualche tempo, relativamente al ruolo del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, stimolano sicuramente delle considerazioni. Con Giovanni e con tanti altri ci siamo trovati, nella seconda metà degli anni 90, a discutere sulle potenzialità legate alla creazione dell’Area protetta. In molti eravamo convinti che l’istituzione del Parco potesse essere un volano di sviluppo per il nostro territorio, credevamo in quel parco “utile e possibile” che poteva e doveva essere un’occasione da non perdere. Su questo il confronto anche con molti amici e compagni fu molto aspro. Le diverse visioni, le diverse letture sulla legge istitutiva delle aree protette, crearono lacerazioni sul piano politico ma anche sul piano personale. E’ indubbio che sia necessario, a distanza di 14 anni, fare un bilancio su questa esperienza e quindi accolgo con favore la volontà di aprire un confronto fra i soggetti istituzionali e nella “società civile”. In questo senso mi sono espresso più volte in Consiglio Comunale a Portoferraio e nell’ambito del Partito Democratico. Secondo la mia opinione questi anni passati hanno dimostrato indubbiamente la estrema difficoltà di attuazione della L. 394/91 ad aree quale quella dell’Isola d’Elba, fortemente antropizzate, con sistemi di sviluppo evoluti. La lettura normativa legata esclusivamente ai vincoli e non alle potenzialità di sviluppo, l’assenza di integrazione fra istituzioni locali e organismi dirigenti del Parco, ha portato ad un distacco e un lavoro spesso “a compartimenti stagni”. Un Parco che ha svolto il proprio ruolo bene per quanto riguarda la tutela del territorio ed il mantenimento della biodiversità; l’idea che avevamo del Parco era però un’altra. Alla luce di questi 14 anni dobbiamo riconoscere che le scelte fatte non hanno raggiunto i risultati che auspicavamo nell’ottica di valorizzazione del territorio elbano. E’ improcrastinabile una profonda revisione della L. 394 a distanza di 20 anni dalla sua emanazione; la legge è centralistica e coinvolge solo in maniera limitata le istituzioni locali. Nell’ottica delle scelte federaliste del governo centrale mantenendo questa norma antiquata si va esattamente nel senso opposto a quello paventato. Abbiamo grandi potenzialità che possiamo e dobbiamo sfruttare mediante la diversificazione dell’offerta turistica puntando sulla nautica e sulla filiera collegata, dobbiamo valorizzare lo stupendo patrimonio storico culturale, a partire dalle Fortezze Medicee di Portoferraio e dalle miniere del versante orientale, dobbiamo favorire lo sviluppo dell’agricoltura di qualità, favorendo i progetti di riqualificazione delle aziende agricole. Il nostro territorio ha bisogno di occasioni di sviluppo e non di nuovi vincoli, peraltro già ampi e validi come dimostrano le Leggi urbanistiche della Regione Toscana, le norme relative alla salvaguardia delle aree forestali, i vincoli paesaggistici e idrogeologico. In queste mie brevi valutazioni parlo spesso di Elba e meno di Arcipelago Toscano. Il valorizzare l’Arcipelago rispetto al marchio Elba mi pare, oggi, infatti, un errore strategico. L’Arcipelago ha un significato sicuramente perché omogeneo dal punto di vista ambientale, ma l’Elba, rispetto all’Arcipelago, per antropizzazione, economia, è una cosa diversa che richiede strategie, impegni e risorse specifici. L’Arcipelago, secondo la mia opinione, è un’entità virtuale, da questo punto di vista. Gli antichi ci hanno insegnato che l’integrazione fra le diverse comunità inizia quando cominciano gli scambi di persone, di cose, di idee e tradizioni. Quale integrazione può esserci in territori, le nostre isole, che non sono collegate fra loro oramai da decenni. Se per raggiungere Capraia o il Giglio, con mezzi pubblici, un elbano impiega lo stesso tempo che necessita per raggiungere una delle principali capitali europee? In questo momento di necessità di valorizzare le potenzialità del nostro stupendo territorio rispetto ad una crisi economica planetaria che non accenna a diminuire, penso che un confronto anche su questi temi possa contribuire a definire strategie comuni fra le nostre istituzioni e nell’interesse dei cittadini elbani. Quindi apriamo questa discussione senza steccati predefiniti e cerchiamo le migliori soluzioni! Alessandro Mazzei Assessore Urbanistica e Ambiente del Comune di Portoferraio


Bosco Tambone

Bosco Tambone