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A Sciambere della tinta

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 20 agosto 2010

Abbiamo fretta di raggiungere il centro storico portoferraiese prima che chiuda il traffico, e visto che la variante è stracarica di auto decidiamo di puntare sulle Ghiaie passando per Albereto, tutto bene finché imboccato viale Einaudi non ci troviamo davanti un mostruoso suv con targa padana, che procede a 25 km/h e forse pure a meno, occupando esattamente il centro della carreggiata. Sono giorni questi in cui bisogna avere pazienza e non amiamo attivare quello che si chiama “segnalatore acustico di emergenza”; quindi ci facciamo vedere negli specchietti (direbbero in formula 1) ma a quanto pare la signora al volante (sì una signora bionda) l’unico specchietto che è adusa a guardare deve essere quello della sua trousse. Alla prima curva coperta per un pelo non succede un casino. Un ragazzo alla guida di uno scooter che marcia in direzione opposta è costretto ad infilarsi in un caruglio di meno di un metro, che il bestione che fa immutabile rotta a cavallo della striscia di mezzeria gli ha lasciato per transitare, frena (solo lui eh!) sfila e sfila anche noi e si allontana con la scia doppler “..UUUUUUUlooooooo!!!!!!!!” La signora procede tetragona e non ha contezza delle potenzialità del mezzo su cui viaggia, infatti inaspettatamente davanti ad un dossetto di cui è generosamente dotata la strada inchioda (come un liofante che ha paura di inciampa’ in una formicola) per passarci su a 5 km/h, inchiodiamo anche noi salvandoci dal più ridicolo dei tamponamenti. Discesa della Padulella, qui si potrebbe sorpassare .. ma vengono auto in su e poi ormai è andata non ce la faremmo comunque ad arrivare in tempo, ci mettiamo l’animo in pace, prima o poi dopo si leverà .. come disse il Baglioni, dalla nostra direzione di marcia. Detto fatto all’altezza dei Giardini delle Ghiaie mette la freccia a destra e poi gira creativamente a sinistra (costringendoci di nuovo ad inchiodare) e buttandosi nel parcheggino spartitraffico davanti alla Finanza con ormeggio finale del Suv alla ciolla, in modo che occupi due posti. Ci fermiamo anche noi, a quel punto decisi a dirgliene educatamente quattro, ma avvicinatici si accorgiamo che sotto quel casco d’oro di capelli modello Caterina Caselli d’un tempo, c’è un almeno nostro coetaneo (ma se li porterebbe comunque male), avevamo appena detto “scusi sa, volevo dirle …” quando si è girato facendoci sussultare. Ci guarda e ci dice infastidito “Cosa?” . “Che hai proprio una bella tinta!” Ora è lui a guardarci con gli occhi sgranati, approfittiamo del fattore sorpresa per allontanarci senza aggiungere altro, tanto se pure gli contestassimo quel suo modo di guidare a cazzo di cane ci risponderebbe cantando: Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu!


Casco oro

Casco oro