Un nostro amico di cui taciamo il nome per timore che sia oggetto di feroci rappresaglie, ascoltava sornione questa mattina al bar mentre ci stavamo bellamente incazzando per le antenne piazzate al Puntale, una delle scelte più paesaggisticamente idiote compiute in europa occidentale nel terzo millennio. Come spesso ci accade eravamo partiti con una filippica contro gli spazi chiusi e stavamo snocciolando una serie di espropriazioni perpetrate de facto se non de jure ai danni della consuetudine passeggiatoria, elbana. L’avevamo in effetti presa un po’ alla lunga, spaziando tra destra e sinistra; avevamo incominciato con le ferree mutande campitelliane imposte ai Giardini delle Ghiaie con rattoppo scelziano e vicesigaresca perpetua blindatura finale, proseguendo con la terna Fratini-Cortesi-Pacini che ci regalò quel meraviglioso cancello brianzolo delle Grotte, lasciate per la parte maggiore dell’anno a membro di veltro (leggasi cazzo di cane) invase dalle pedice (erba infestante) chiuse ed interdette a turisti e cittadini, per non parlare delle Fortezze, ghermite da una granfia (in lingua tentacolo) della Polipo de Medici che le apre solo dopo il risveglio dal letargo degli orsi d’Alaska e solo negli anni bisestili, per arrivare al Molino a Vento, operazione che ci puzza anche perché dietro non si capisce che “pesce” c’è, terminando quasi sfiatati sul Puntale coi suoi tavoli da Pic-Nic, che la giunta ageniale ha ora corredato di salutari antenne a microonde che potranno servire eventualmente per scaldare il pollo portato da casa, ponendo però attenzione a non accettare da chi vi ha preceduto in quel luogo eventuali offerte di coniglio arrosto, poiché in zona circolano troppi gatti. L’amico sornione continuava ad annuire e a sottolineare ogni passaggio con l’identica frase che ci suonava sempre più oscura: “Perché so’ invidiosi!”. Terminata la concione e bevuto il caffè, spinti dalla curiosità, abbiamo chiesto il perché di quel reiterato commento. Il gattone ha ridacchiato e poi ci ha chiesto: “Scusa .. ma perché ci s’andava alle Grotte, al Mulino a Vento, alle Ghiaie al Puntale?” “Perché erano e sono dei bei posti .. perché ci si sta bene!” “Beh – ha contestato il nostro facendo uno sguardo sempre più porcino – altro che per quello?” Abbiamo capito che stava alludendo al fatto che, in effetti, posti insieme cosi belli, romantici ed isolati potevano indurre alla scambio di giovanili effusioni, ma prima che potessimo aggiungere altro ha così suggellato il tutto: “E di tutti quelli che hai rammentato quanti pensi che trombino?”