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Parco, ticket e confini: Associazione Albergatori o dilettanti allo sbaraglio?

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 03 agosto 2010

Il comunicato dell’Associazione Albergatori Elbani su parco e dintorni è preoccupante per il grado di scarsa conoscenza della realtà e delle norme che denota. Speriamo solo che a scriverlo sia stato un qualche pasdaran antiparco del nuovo Direttivo, perché se fosse frutto di un’iniziativa collettiva sarebbe davvero basso il livello di consapevolezza al quale è giunta la più importante associazione imprenditoriale elbana, che esprime anche un bel pezzo di classe politica, un livello che potrebbe spiegare anche molti perché della grave crisi turistica che vive la nostra isola. Ci chiediamo se queste strampalate teorie e questa esibita ignoranza, questa mancanza di progettualità e questo appiattimento sulle peggiori politiche della destra populista siano condivise anche dalla parte più innovativa ed avvertita degli albergatori elbani che ha fatto della valorizzazione del nostro ambiente una delle caratteristiche le ha permesso di affrontare meglio la crisi. Che un’associazione imprenditoriale inneggi ai tagli governativi dei finanziamenti ai parchi “per far capire all’Ente Parco che le isole come Montecristo e Pianosa sono un valore aggiunto importantissimo per la crescita del Turismo nell’Arcipelago ed all’Elba” è già strano, ma che la stessa associazione che, dopo un golpe di palazzo che estromise il “filo-parco” Boris Procchieschi da Presidente, partecipava alle manifestazioni antiparco dicendo che altrimenti si sarebbero messi ticket per andare nelle isole, oggi appoggi la proposta del ministro dell’ambiente Prestigiacomo di mettere un ticket per consentire ai nababbi con i super-yacht di calare le ancore in una riserva integrale dello Stato (dal 1971, cosa c’entrerà il parco…) e con un diploma dell’Unione europea, non è solo un caso di amnesia collettiva è anche puro autolesionismo. E’ abbastanza incredibile che gli albergatori elbani non sappiano che a Pianosa il ticket c’è già e che il Parco abbia deciso di introdurlo anche per Montecristo (ma equo e per tutti i visitatori) e che non è stato il Parco a vietare l’ingresso in barca, sono le leggi dello Stato esistenti sulle riserve integrali a farlo e i vincoli che l’Italia ha accettato con il riconoscimento europeo. Il Parco ha invece riaperto Pianosa alle visite e ha fatto in modo di democratizzare gli accessi a Montecristo, favorendo gli elbani e facendola finalmente finita con i Vip, aspiranti Vip ed escort di turno che, magari camuffandosi da scienziati agostani, facevano quello che ai comuni mortali non è consentito. Le visite “sostenibili” a Montecristo e a Pianosa ci sono già, ma forse gli albergatori pensano di salvare la prossima stagione turistica consentendo a qualche nababbo di andare dove vuole con il suo mega-yacht. Ma lo sanno gli albergatori che le visite a Pianosa si concentrano soprattutto in un breve periodo di picco e che le richieste degli “scienziati” nautici (improvvisamente estintisi) per Montecristo riguardavano solo l’alta stagione? Pensano di prolungare la stagione turistica violando in agosto le riserve integrali? Ma si rendono conto della pubblicità negativa che avrebbero in cambio? Di cosa stanno parlando gli albergatori? E che dire dell’adesione alla proposta del Sindaco di Capoliveri di rivedere in tempi brevi i confini del Parco dove ci sarebbero anche alcune zone fortemente antropizzate? Le uniche zone “fortemente” antropizzate sono i due paesi di Poggio e Marciana, in tutto circa 500 persone, che sono stati inseriti nel Parco per espressa richiesta dell’allora Sindaco di Marciana Luigi Vagaggini, così come quei confini che non piacciono sono stati concordati (e spesso disegnati sulla carta) con i sindaci elbani. Lo sanno che con l’approvazione del Piano del Parco Poggio e Marciana e tutta l’area mineraria sono in zona D di sviluppo, in proporzione la più grande di tutti i parchi nazionali italiani? Di cosa stanno parlando gli albergatori? L’Associazione Albergatori non si accontenta e dice che il Parco dovrebbe essere ridotto per “concentrare le proprie, poche risorse, in quelle parti di territorio che veramente dovrebbero essere oggetto di attenzioni dell’Ente ricche di natura, fauna, flora e tradizioni ambientali”. Ma lo sanno gli albergatori che praticamente tutto il territorio del Parco fa parte di diverse Zone di Protezione Speciale dell’Unione Europea, istituite su sollecitazione del nostro governo e con l’accordo della regione? Lo sanno che se si andasse ad una revisione dei confini bisognerebbe probabilmente ampliarli, visto che la Zps Monte Capanne-Promontorio dell’Enfola va oltre i confini del Parco? Lo sanno che all’interno delle Zps non possono essere diminuiti i livelli attuali di protezione, pena l’apertura di una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea? Allora dove vorrebbero tagliare il Parco Nazionale? Quali sono le aree che loro considerano poco interessanti dal punto di vista ambientale mentre l’Ue ci fa una Zona di Protezione Speciale e classifica tutta l’Elba e l’Arcipelago Toscano Important Bird Area, inserito in Rete Natura 2000? Gli albergatori pensano che richiamare queste tutele serva solo quando c’è da togliere un traliccio davanti ad un albergo e che poi possano essere accantonate e abolite? E soprattutto: di cosa stanno parlando gli albergatori?


montecristo 3

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